
Verso una Costituente delle idee
Nel governo poi sonno presenti linee contrapposte, come su Tav, Tap, grandi opere e infrastrutture, come ambigua è la sciagurata linea anti-vaccini.
In queste giornate estive non viene meno l'attenzione per la politica, per ciò che si decide in Parlamento e, più ancora, per lo stato di salute del Paese, per l’economia, per il lavoro, per la salute… L’attenzione dell’opinione pubblica in realtà è rivolta anche verso i grandi temi del momento, o almeno a quei temi che in queste settimane vengono rumorosamente messi in primo piano: l’emigrazione e tutto ciò che comporta. Temi affrontati sulla scia di un populismo elettoralistico dove una affermazione fatta con toni forti e ultimativi può portare a far crescere il consenso ma non certo a risolvere il problema.Più che un «governo del cambiamento» è un governo della contraddizione, dell’improvvisazione e del salto nel buio, con voci costanti - in primis quella del ministro Savona - di un ritorno «all’Italia prima di Maastricht».
Uno scenario che dovrebbe offrire alle opposizioni non pochi motivi per mettersi di buon grado a costruire l’alternativa. Ma così non è. E il rischio è che ci si appiattisca troppo nel rintuzzare colpo su colpo la propaganda enunciativa dei due vicepremier-premier e poco nella costruzione di una visione alternativa con elementi di concretezza in grado di parlare alla gente.
Vi è certamente un elemento strutturale che caratterizza oggi il dibattito pubblico italiano: un elemento che in qualche modo si ritrova anche in altri paesi europei e negli Stati Uniti. È il fatto che si tende a sovraesporre alcuni temi (immigrazione, vaccini, grandi opere) che monopolizzano l’attenzione dell’opinione pubblica senza un vero e proprio dibattito politico e culturale. Al di là di parole d’ordine e riduzionismi che dipingono un’immagine completamente aliena dalla realtà, manca infatti una chiave di lettura e una capacità di ricollocare questioni in sé importanti dentro un orizzonte pienamente politico. E l’esito, forse sperato e cercato, è una polarizzazione innaturale fra i cittadini che non ha alcuna rispondenza con la realtà delle cose, dove invece servirebbe la mediazione di una visione che fosse in grado di definire scale di valori e di priorità. Ad esempio, servirebbe leggere i nodi di questi mesi dentro l’orizzonte del rispetto e della promozione dei diritti e di una cultura dei diritti che affida allo Stato un compito funzionale all’interno di uno sguardo globale. Una cultura che guarda alla dignità della persona come metro di giudizio della realtà e del valore delle scelte collettive da compiere.
Le elezioni europee del 2019, ancora relativamente lontane, avranno un notevole peso e segneranno il destino dell’Unione, mettendo probabilmente in campo un fronte antisovranista.
Il tema - come ha notato Stefano Folli - riguarda tutta l’Europa, ma il centro è ovviamente in Italia. Fico, ha detto che M5S e Lega, essendo il sistema proporzionale, si presenteranno divisi. Ma, notava ancora il giornalista, c’è anche un’evidente ragione politica: i Cinque Stelle devono sottrarsi all’egemonia leghista e marcare il carattere, diciamo così, “sociale” della loro identità. Nella sostanza, però, il loro euroscetticismo verrà a galla - sommandosi al neonazionalismo del Carroccio - se appena l’Unione, di qui ad allora, metterà i bastoni fra le ruote al governo giallo-verde, magari negandogli le risorse economiche per finanziare i suoi programmi.
Anche se mantenuta il più possibile sotto traccia la principale questione che divide i due partiti di governo è comunque quale tra flat tax e reddito di cittadinanza debba avere priorità: uniti nel premere sul Tesoro e sulla Commissione europea per ottenere il massimo delle risorse disponibili, i due partiti di governo sanno infatti perfettamente che l’una misura rende l’altra di impossibile attuazione per la limitatezza delle risorse.
Come ne usciranno? Vedremo in autunno, al momento della legge finanziaria.
CHE FARE? IL NOSTRO IMPEGNO
In questo quadro come è possibile contribuire sapendo la povertà delle nostre risorse? Dobbiamo concentrarci su di una proposta che possa raccogliere considerazione e consenso dando voce a tanti altri soggetti presenti sul territorio. Una proposta che anche nel metodo aiuti a cogliere una strada percorribile.
Per questo abbiamo davanti tre possibili impegni:
A) I CONTENUTI. La proposta, il progetto: l'elaborazione di contenuti di cultura politica, gli "argomenti" che danno il nome all'associazione: la fase di transizione che stiamo vivendo, la scomposizione dei soggetti tradizionali e il fiorire di nuove proposte, potrebbe trovarci su posizioni distanti, ma anche per questo è preferibile partire dai contenuti prima che dai contenitori o dai leader.
I temi su cui lavoreremo sulla base di quanto fino ad ora elaborato e che saranno il nucleo della proposta autunnale sono:
LAVORO -- FISCO -- FAMIGLIA -- SALUTE -- EDUCAZIONE -- EUROPA la tematica giovani sarà crossing su tutte queste aree e per ogni area ci saranno delle proposte concrete operative. È scontato che l’Europa, pure elencato come sesto tema è per noi, in questa fase storica, al primo posto e marca il confine e l’alternativa rispetto altre proposte politiche.
B) LE RETI. Accanto ai temi su cui possiamo lavorare fin d'ora, in preparazione alla Costituente dell'autunno, vi è l'individuazione di reti, liste, movimenti civici, associazioni, ecc. Si tratta infatti di fare un primo monitoraggio completo di riferimenti mail dei referenti (a livello nazionale le segnalazioni vanno indirizzate a info.cerses@gmail.com). Se vi è una conoscenza diretta si potrebbe procedere già nel corso dell'estate ai primi contatti in base anche ad una scheda sintetica che raccolgano alcuni dati e riferimenti.
Quando si coinvolgono persone e soggetti altri, lo si fa con un atteggiamento di fondo di disponibilità ad essere integrati e arricchiti da sensibilità e esigenze; intendo dire che non invitiamo queste realtà a fare da pubblico, ad aggiungersi, bensì ad una corresponsabilità nel progetto, trovando un equilibrio tra questa dimensione di convinta apertura e la responsabilità di prendere l’iniziativa rispetto un servizio che da tante parti viene visto come necessario.
C) L’ASSOCIAZIONE. Perché il cammino verso la Costituente delle idee possa essere utile ed efficace, è necessario inoltre dare ulteriore consistenza al tessuto associativo. Alcune voci hanno riportato esperienze locali interessanti, che sarebbe possibile estendere anche in altri territori e anche per questo dovremmo strutturarci un po' di più così come più volte proposto, servono pertanto le disponibilità personali accompagnate da un impegno concreto. Se tutti, o tanti, danno un piccolo contributo si può sperare in una presenza significativa. Ed è così che si fa associazione.
CIÒ CHE SI MUOVE E CIÒ CHE POSSIAMO SOSTENERE
La difficoltà della situazione politica e le preoccupazioni nate in vari ambienti, non ultimo quello della cattolicità italiana, dopo l’esito delle ultime tornate elettorali, ha favorito la presa di iniziativa di varie realtà. Movimenti ci sono nella società con la sottolineatura di un possibile compito per aggregazioni civiche in grado di catalizzare consensi locali ma non solo a fronte della sfiducia crescente nei partiti, si muovono aggregazioni tradizionali e nuovi soggetti e anche all’interno dei partiti di maggioranza e minoranza sono avvertibili riposizionamenti e tentativi di tessere nuovi equilibri.
Ritengo, alla luce dei numerosi confronti avuti in queste settimane che la nostra posizione possa essere quella di prestare la massima attenzione a ciò che si muove, anche attraverso incontri e contatti personali, tenendoci per ora le mani libere in vista della Costituente e di quanto in quella sede potrà emergere.
Di fronte una crisi particolarmente insidiosa, che tocca le fondamenta stesse della democrazia partecipativa e ci chiede di ripensarne le forme e gli strumenti, è urgente che i cattolici, specie quelli che hanno una esperienza associativa e educativa, coloro che hanno competenze professionali, si impegnino in prima persona per contribuire al cambiamento e per dare forza ad un progetto di società che guardi al futuro. Guardiamo pertanto con interesse a quanto si muove nell’area cattolica sapendo che anche da parte nostra va fatto un salto di qualità che aiuti ad alzare lo sguardo e a veder lontano. I credenti infatti non sono chiamati a garantire spazi identitari bensì ad aprire processi capaci di dare speranza attraverso scelte motivate e concrete sui grandi temi dell’agenda politica.
D’altra parte, la nostra associazione non si è mai esaurita in una opzione partitica pur rivolgendosi al campo del centro sinistra ed essendo oggiconsapevole della necessità di collaborare ad una riorganizzazione di questa area nel suo complesso, guardando i soggetti presenti e le eventuali nuove proposte aggregative.
Se partiamo dall’esistente, il Pd ha un ruolo e può svolgerlo solo a condizione di superare la visione di autoreferenzialità che ha di fatto marginalizzato la sua capacità di incidere nei processi di rinnovamento e modernizzazione del Paese partendo dai problemi concreti della gente.
Al Pd vogliamo chiedere di aprire davvero una fase di ripensamento, di riconsiderazione del progetto iniziale e di apertura ad un progetto di modernizzazione del Paese in un a prospettiva autenticamente europea. Va per questo abbandonato ogni tentativo di egemonia interna ad opera di singole parti.
Allo stesso tempo, non esiste solo il Pd. Occorre guardarsi intorno e cogliere i tanti segnali di novità, le tante istanze che vengono dai territori, dalle numerose esperienze e aggregazioni che danno voce ad un senso civico, indispensabile per la democrazia.
Non è compito di poco conto. Al contrario, si tratta di un passaggio cruciale di una strategia che aspira a rispondere ad una necessità oggettiva: quella di ricostruire una capacità diffusa di lettura critica delle cose, che riconosca i legami e i nessi di una trama spesso assai più ampia del tessuto dei nostri territori, del nostro paese e della stesa Europa. Si pensi a che cosa significano, anche per gli equilibri locali, le tensioni economiche che caratterizzano l’attuale stato delle relazioni fra Stati Uniti, Cina, Russia, Europa, Turchia. E ancora, proviamo a immaginare che conseguenze può avere la scelta di Israele di riproporre l’antico paradigma politico della coincidenza fra identità nazionale, identità religiosa e statualità, in un contesto come quello mediorientale dove modelli simili sono sostenuti, in modi certo diversi fra loro, da forze come i fratelli musulmani o Erdogan. Quale Mediterraneo prendere forma da tutto questo? E che peso avrà questo scenario sul futuro economico e sociale dell’Italia stessa?
Da parte nostra non ci limitiamo ad osservare, come sapete stiamo lavorando da tempo intorno alla proposta chiamata “COSTITUENTE DELLE IDEE” che si terrà a Roma, nel prossimo ottobre (una ipotesi di data è sabato 27 ottobre) come occasione di incontro per tante realtà territoriali.
In vista dell’assemblea terremo a Roma, tra settembre e ottobre, UN PRIMO MOMENTO DI LANCIO dell’iniziativa anche attraverso l’intervento di alcuni testimonial.
Un modo per mantenere alta l’attenzione e per non rinunciare ad una presenza per cui lavoriamo da anni, senza personalismi o improvvisazioni furbesche che rischiano di illudere e di far perdere tempo. Senza esclusivismi bensì nella convinzione che occorra mettere insieme le proposte e aprire un largo confronto.
La prospettiva delle elezioni europee 2019 ci offre la possibilità di essere una realtà propositiva che lavora per rimettere al centro della discussione politica idee e progettualità, uscendo da meccanismi comunicativi forse efficaci ma vuoti e incapaci di offrire ai cittadini reali strumenti di valutazione e soluzioni percorribili. Proprio in vista delle elezioni del prossimo anno la Costituente delle idee ci permette di ricordare che serve uscire della contrapposizione fra europeisti e euroscettici, che non ha nulla dire sulla realtà e occorre al contrario pensare politicamente l’Europa. Quello che vogliamo costruire dall’Italia e che può avere un valore europeo è un percorso che riscopre la progettualità politica attraverso proposte “radicali”, le quali si misurano con la necessità e l’urgenza di costruire una coscienza politica europea che può nascere solo da una nuova stagione di democratizzazione delle istituzioni comunitarie.
Proviamoci insieme.
Un caro saluto, insieme agli amici del direttivo nazionale,
con un “caldo” augurio di buon Ferragosto nella solennità dell’Assunta,
Ernesto Preziosi
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