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Preoccupazione e solidarietà dei vescovi nordafricani verso i migranti. La vicinanza della Cei

Preoccupazione e solidarietà dei vescovi nordafricani verso i migranti. La vicinanza della Cei

TANGERI-ADISTA. Riunita a Tangeri, in Marocco, dal 21 al 26 settembre, l’Assemblea generale dei vescovi nordafricani (Cerna, Conferenza episcopale regionale del Nord-Africa) ha concentrato la sua attenzione in particolare sul fenomeno delle migrazioni. «Il fatto che la migrazione sia in aumento in tutto il mondo – si legge nel comunicato finale – rimane una delle principali cause della sofferenza che viviamo nei nostri Paesi. Chiama in causa  la nostra solidarietà con coloro che soffrono e in senso più ampio con tutti gli esseri umani, qualunque sia la loro situazione. Denunciamo il calpestamento dei diritti fondamentali sulle persone in migrazione» nelle quali «riconosciamo il volto sofferente di Cristo nostro Signore».

Altro tema in discussione all’Assemblea della Cerna, la libertà di religione. «Nelle nostre società in Nord Africa si parla sempre più spesso di riconoscimento del pluralismo religioso e di libertà di coscienza». Per questo, afferma il comunicato finale, «invitiamo le nostre comunità a raccogliere questa sfida spirituale dell'incontro interreligioso, al servizio del successo di tutta la vita umana, in tutte le sue dimensioni, e in particolare nel suo incontro con Dio».

Va in questo senso «la celebrazione della beatificazione del vescovo Pierre Claverie e dei suoi 18 compagni martiri in Algeria» che avverrà ad Orano l'8 dicembre con tutto il riconoscimento della società civile e politica algerina. La beatificazione, aggiunge il comunicato della Cerna, «è una grande gioia per le nostre Chiese» e «ci conferma in quello che cerchiamo di vivere nei nostri rispettivi Paesi. È una testimonianza che ci spinge maggiormente al dono di noi stessi nell'amore e nella fedeltà».

Come segno di vicinanza e di condivisione sul tema delle migrazioni che avvicina la sponda sud a quella nord del Mediterraneo, all’Assemblea della Cerna ha preso parte, dal 21 al 23 settembre, una delegazione dell'episcopato italiano guidata dal presidente della Commissione Cei per le migrazioni e dal direttore generale della Fondazione Migrantes, rispettivamente mons. Guerino Di Tora e don Giovanni De Robertis. Presente anche il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Caritas italiana. «È stata una occasione – ha detto De Robertis a Vatican News (25/9) – per conoscere i luoghi da dove arrivano spesso molti migranti nel nostro Paese e per confrontarci, con i vescovi locali, sulla realtà dei loro Paesi».

«In questi ultimi mesi – ha racconta De Robertis – le autorità marocchine hanno rastrellato gli accampamenti siti nelle foreste nei dintorni delle città, e in alcuni quartieri di Nador, Tangeri e Tétouan , vicino alle città spagnole di Ceuta e Melilla, e arrestato centina di migranti». È proprio nei pressi di queste due città che negli ultimi mesi, ricorda VaticanNews (25/9), sono nati dei grandi accampamenti di persone migranti. Testimonianze dal posto parlano di “caccia all’uomo” e dicono che almeno 1600-1800 persone sono state arrestate e poi dislocate con la forza nella città di Tiznit, a 800 km di distanza da Tangeri o più a Sud nelle città di Agadir, Errashidia e Marrakesh nel deserto a sud del Paese. «Alcuni di loro sono stati abbandonati lungo il tragitto nella zona desertica di Benguerir a oltre 500 km da Tangeri, dove risiedevano – ha detto il direttore generale di Migrantes – i migranti, tutti di origine subsahariana, hanno subito forti violenze da parte della polizia e successivamente da bande di criminali che hanno saccheggiato anche i loro averi e le loro case. Nemmeno donne incinte e bambini sono stati risparmiati».

*Foto di Ongayo tratta da Wikimedia Commons immagine originale e licenza

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