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Questione di classe? Sbilanciamoci! sul voto in Brasile

Questione di classe? Sbilanciamoci! sul voto in Brasile

Omofobo, razzista, misogino, sostenitore della tortura, intollerante nei confronti delle opposizioni e delle minoranze, amico di Steve Bannon, negazionista dei cambiamenti climatici, nostalgico della dittatura. Di Jair Bolsonaro si è detto di tutto, eppure il Brasile lo ha scelto consegnandosi, «nel migliore dei casi», ad una «democrazia censuaria». Nel migliore dei casi, appunto... In un approfondimento di ieri sul voto, Sbilanciamoci! – campagna alla quale aderiscono anche diverse realtà cristiane come Beati i Costruttori di Pace, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca), Comunità di Capodarco, Nigrizia e Pax Christi – sottolinea «i rischi per la tenuta stessa democrazia» dopo la vittoria del “cambiamento” e il «Paese-guida della rinascita dell’America Latina oggi si presenta con il taglio più netto rispetto al recente passato di democrazia sociale».

Sbilanciamoci! racconta la vittoria delle «élite proprietarie», avvenuta grazie al sostegno dei mass media, della magistratura – la quale «ha operato forzature denunciate anche da organizzazioni internazionali delle procedure legali per mettere Lula e Dilma fuori gioco» – e dei settori più retrogradi della società brasiliana.

L'analisi dei flussi elettorali, si legge nell'articolo, racconta proprio la «revanche di classe». Nel rapporto “Il Brasile diviso: ritorno alla polarizzazione crescente delle diseguaglianze” del World Inequality Database «si nota come dal 2002 il 50% dei brasiliani più poveri sono stati più inclini a votare il Pt rispetto al 10% più ricco. Nel periodo di crescita economica trainata dall’export e dai prezzi alti dei prodotti petroliferi, i redditi dei “decili inferiori” sono aumentati due volte più velocemente della media nazionale. Quindi secondo il laboratorio internazionale di ricerche statistiche, sociologiche e politiche basato sulla scuola di economia di Parigi (Wid) non è tanto la “corruzione” e la “sicurezza” ad aver spostato i voti della classe media, quanto la paura di perdere, con la nuova crisi economica degli ultimi tre anni, potere di acquisto e lussi.

Leggi l'approfondimento integrale di Sbilanciamoci!

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