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Un nuovo partito dei cattolici? Intanto un “forum civico”. Il card. Bassetti conferma

Un nuovo partito dei cattolici? Intanto un “forum civico”. Il card. Bassetti conferma

Tratto da: Adista Notizie n° 44 del 22/12/2018

39617 ROMA-ADISTA. Dopo le indicazioni del vescovo emerito di Prato, mons. Gastone Simoni, sulla rinascita di un nuovo partito ad ispirazione cattolica («Noi proporremo qualcosa di nostro», «un’aggregazione che al Partito popolare di sturziana memoria faccia diretto riferimento») con la regia occulta della Conferenza episcopale italiana e della Segreteria di Stato Vaticana (v. Adista Notizie n. 43/18), è ora il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, a parlare esplicitamente dell’impegno in politica dei cattolici in un’ampia intervista rilasciata ad Avvenire (9/12).

Non si tratta del “partito cattolico” evocato da Simoni, ma di un “Forum civico”, che però del partito potrebbe essere l’anticamera.

«È auspicabile un impegno concreto e responsabile dei cattolici in politica», spiega Bassetti, che poi precisa: è «un impegno che spetta senza dubbio ai laici. Laici che, però, non solo devono essere adeguatamente formati nella fede, ma sono chiamati ad assu mere come bussola dei loro comportamenti quella “visione martiriale” della politica evocata da papa Francesco. La politica per i cristiani non è il luogo per fare soldi o per avere il potere. È all’opposto il luogo del servizio, di chi non si lascia corrompere e del “martirio quotidiano”. Come pastore ho il dovere di ricordare e suggerire ai laici di servirsi di quel tesoro prezioso che è la Dottrina sociale della Chiesa. Un tesoro a disposizione dell’umanità intera, ma che non è ancora stato compreso appieno. Se fosse stato veramente recepito, avremmo superato quella sterile divisione del passato tra i cosiddetti “cattolici del sociale” e i “cattolici della morale”. Dobbiamo tornare all’unità del messaggio evangelico e capire fino in fondo che la difesa della vita e della famiglia è collegata inscindibilmente con la cura dei poveri, degli ultimi e degli scarti della società».

Ma non si tratterebbe, almeno in una prima fase, di un partito. «Ci sono già tantissime esperienze sul territorio a livello associativo o anche singole iniziative», spiega Bassetti. «Esperienze che forse andrebbero messe in rete in una sorta di Forum civico. Occorrono giovani laici cattolici, trentenni e quarantenni, che sappiano cucire reti di solidarietà e di cura. E che soprattutto sappiano essere il sale della terra. Sappiano cioè parlare e dialogare con tutti coloro, senza distinzione di fede e cultura, che hanno veramente a cuore il futuro dell’Italia e dell’Europa. Senza creare nuovi ghetti e nuovi muri».

C’è già un “programma”, che il presidente della Cei declina come «priorità per il nostro Paese»: il «lavoro precario e la disoccupazione; il fortissimo decremento delle nascite; la famiglia attaccata dalle ideologie, la famiglia che si spezza e la famiglia sola nel vortice quotidiano; i giovani abbandonati e i giovani costretti a lasciare l’Italia per lavoro». Quanto di più distante dalle politiche del governo Lega-5 Stelle: «non bisogna cercare scorciatoie demagogiche o alimentare aspettative illusorie. Soprattutto non bisogna soffiare sul fuoco del conflitto sociale e occorre affrontare in positivo le questioni dei migranti e dell’Europa».

Si vedrà quello che succederà nei prossimi mesi, anche perché lo spazio per una operazione del genere sembra piuttosto angusto. Intanto però si può dire con certezza che i vescovi sono in movimento.

Un passaggio dell’intervista di Bassetti è dedicato al paventato taglio del fondo per l’editoria. Due settimane fa ci fu l’intervento molto netto contro i tagli annunciati dal Movimento 5 Stelle da parte della Federazione dei Settimanali Cattolici, che riunisce oltre 180 settimanali diocesani (v. Adista Notizie n. 42/18). Ora a parlare è direttamente il presidente della Cei. «Si sta prospettando da diverse settimane il taglio ai contributi pubblici per l’editoria e il pluralismo», dice Bassetti. «Sarebbe uno sbaglio vararlo perché penalizzerebbe non solo Avvenire, ma anche numerose altre testate fra cui quelle diocesane. Testate che danno voce ai territori, che sono espressione di comunità vive e che rappresentano una pluralità di visioni».

La partita si deciderà nei prossimi giorni, quando il Parlamento dovrà approvare la legge di bilancio, già passata alla Camera (senza riduzione del fondo editoria) ed ora in discussione al Senato, dove i tagli potrebbero rientrare dalla finestra tramite un emendamento.

* Il card. Gualtiero Bassetti in una foto del luglio 2015, fonte: Regione Umbria News - Agenzia informazione istituzionale Assemblea legislativa (foto ritagliata), tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza 

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