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Nave Open Arms bloccata a Barcellona:

Nave Open Arms bloccata a Barcellona: "vogliono far fuori le Ong"

BARCELLONA-ADISTA. «Ci è stato detto che, siccome gli Stati europei, specialmente Italia e Malta, non concedono un porto sicuro e vicino, anche noi rischiamo di violare la legge. Azione deplorevole». Questo ha detto il capomissione della ong Proactiva Open Arms, Riccardo Gatti (uno tra i comandanti della flotta della ong spagnola), spiegando all’agenzia Redattore sociale perché gli è stato impedito di lasciare il porto di Barcellona alla ricerca di migranti in pericolo di vita nelle acque del Mediterraneo (ricordiamo che la Open Arms è stata rinviata a giudizio, in Italia, per «favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza privata ai danni del Ministero degli Interni». 

«Dal momento che gli Stati europei, specialmente Italia e Malta, non concedono un porto sicuro e vicino – racconta Gatti – anche noi rischiamo di violare la legge e quindi rimaniamo bloccati. Nelle ultime operazioni di soccorso siamo dovuti arrivare fino in Spagna, impiegando diversi giorni, anche più di una settimana, questo fa sì che noi violiamo le normative perché obbligatoriamente le persone soccorse devono essere sbarcate il prima possibile in un porto sicuro. Praticamente gli altri Paesi negano il porto e la Spagna castiga noi. Ma questo è come non far partire le ambulanze perché negli ospedali non c’è posto».

Ma «l’obiettivo è toglierci di mezzo», aggiunge Gatti. «Dopo la comunicazione del blocco abbiamo provato un’interlocuzione con l’autorità ma abbiamo capito che non c’è l’intenzione di risolvere la situazione. La Spagna dice nero su bianco che Italia e Malta stanno violando le regole internazionali e corre ai ripari fermandoci. Sono sicuro che sono arrivate pressioni dall’Unione europea per bloccare anche noi, l’atteggiamento verso le ong è questo da parte di quasi tutti gli Stati, lo abbiamo visto dal primo blocco di Aquarius».

«Ogni Stato cerca di fare politica al suo interno sul tema dei migranti», osserva il comandante Open Arms. «Da una parte è vero che il meccanismo di ricollocamento non funziona e non ha mai funzionato. Ma in generale tutto ciò che ha che vedere con la migrazione non funziona – considera – e questo perché non si vuole che funzioni realmente. Si è creato un caso diplomatico per 49 persone: in realtà si sta utilizzando la scusa della difficoltà del ricollocamento per mettere in atto azioni lesive verso le persone migranti, togliendo di mezzo le ong. Noi siamo testimoni scomodi, da sempre abbiamo denunciato il comportamento della Guardia costiera libica, pagata e addestrata dall’Unione europea; abbiamo portato la testimonianza delle persone soccorse, degli abusi subiti in Libia. Noi mostriamo le menzogne dei politici e delle autorità. Per questo c’è questo continuo sforzo per farci sparire. Sono certo che anche stavolta sia così».  

*Immgaine Pixabay License immagine originale e licenza

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