
USA, detenzione armi: vescovi episcopali sfidano il Congresso
Il problema della diffusione delle armi da fuoco negli Stati uniti – che nel 2017 hanno fatto 40mila vittime – è una «questione di salute pubblica». I circa 80 vescovi episcopali riuniti nell'ultima general convention hanno deciso di intraprendere un'azione congiunta – dal nome “Vescovi uniti contro la violenza delle armi” – per portare sotto i riflettori della politica lo spinoso tema, anche alla luce delle recenti stragi in Wisconsin (sei persone uccise in un tempio sikh vicino a Milwaukee) e in Connecticut (nella sparatoria alla scuola elementare Sandy Hook di Newtown sono morti anche 20 bambini), che hanno segnato fortemente l'opinione pubblica senza però innescare un serio ripensamento delle politiche sulla detenzione e vendita di armi nel Paese.
8 vescovi, in particolare, hanno deciso così di mettersi letteralmente in cammino verso Capitol Hill, sede del governo a Washington, per incontrare alcuni membri del Congresso e discutere con loro sull'opportunità di introdurre negli Usa una legislazione più severa e stringente.
I vescovi si dicono ottimisti, soprattutto in seguito alle elezioni di medio termine che hanno modificato favorevolmente il panorama politico, e avanzano alcune proposte per porre limiti alla vendita e alla detenzione di armi da fuoco, sanzionare maggiormente il traffico, per la prevenzione e il controllo di detentori e potenziali acquirenti. Alla base, suggeriscono i vescovi, occorre però imprimere un cambiamento culturale e aumentare la consapevolezza dell'opinione pubblica.
Fonte: Riforma
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