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Nsc: "Sulla pedofilia del clero importante assemblea in Vaticano ma senza conclusioni. La presenza femminile deve diventare determinante per recuperare credibilità"

L’incontro a Roma dei Presidenti delle Conferenze episcopali ha imposto il problema della pedofilia del clero alla Chiesa universale. Un atto penitenziale e la testimonianza delle vittime sono stati fatti nuovi per assemblee di questo tipo. La situazione è emersa con chiarezza: il sistema ecclesiastico è stato organizzato per nascondere e riciclare il prete pedofilo e per non occuparsi della vittima considerata appartenente a una categoria di cristiani di secondo livello. Il problema è stato posto alla Chiesa e all’opinione pubblica per merito della stampa, delle associazioni delle vittime e dei cristiani di base che hanno organizzato le loro proposte di riforma della Chiesa anche e soprattutto partendo da queste questioni.

Nel nostro paese i vescovi hanno dall’inizio minimizzato il problema. Le loro linee di intervento hanno difeso l’arroccamento del sistema per nascondere il prete pedofilo, senza ascolto delle vittime, senza alcuna denuncia alla magistratura. La recente costituzione di un “Servizio per la tutela dei minori” serve solo a prendere tempo.

Le conclusioni dell’incontro fatte da papa Francesco non hanno espresso decisioni concrete, di qui la delusione delle organizzazioni delle vittime che condividiamo. Ora il rischio è quello che tutto si fermi in testi da contrattare con la curia vaticana per dare seguito operativo all’incontro. 

Il vero modo di affrontare il problema è quello di immettere nella gestione di tutte le procedure una presenza femminile, non clericale, paritetica con quella maschile, che apporti empatia ed indipendenza all’altezza di situazioni così delicate e dalle conseguenze lunghe e pesanti nel tempo per chi subisce la violenza.

Il testo di Noi Siamo Chiesa (vedi allegato) si conclude sostenendo che la questione della pedofilia del clero solleva problemi generali di organizzazione della Chiesa, in particolare relativi al clericalismo diffuso e ad una sinodalità di cui tanto si parla ma che non decolla.

Roma, 1 marzo 2019                                                  

NOI SIAMO CHIESA


 

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