
Crisi in Nicaragua, la Chiesa formalmente invitata ai negoziati tra governo e opposizione
MANAGUA-ADISTA. I vescovi della Conferenza Episcopale del Nicaragua sono formalmente invitati a prender parte ai negoziati tra il governo Ortega e l'opposizione dell’Alleanza civica e democratica, per trovare una via d'uscita alla crisi che sta attraversando il Paese ormai da quasi un anno (aprile 2018).
Ne ha dato comunicazione per primo il giornale online El Nuevo Diario, a cui Mons. Abelardo Mata, vescovo della diocesi di Estelì, avrebbe confermato telefonicamente di aver ricevuto una lettera, firmata da entrambe le parti, in cui si invitava la CEN al tavolo delle trattative. Notizia poi confermata dal portale ufficiale Vatican News, dove si legge che i porporati designati, ovvero l’arcivescovo di Managua e presidente della CEN, cardinale Leopoldo Brenes, il Nunzio aspostolico Waldemar Stanislaw Sommertag ed il pastore Rivera, avranno un ruolo di garanti, «accompagnatori e testimoni» di questo processo.
La seconda sessione dei negoziati è stata avviata il 27 febbraio scorso, dopo che nel mese di giugno i tre vescovi nicaraguensi (l’arcivescovo Brenes, mons. Sommertag e il Segretario dell’Episcopato, mons. Rolando Álvarez), membri del primo tavolo per il dialogo fra le opposizioni e il governo di Daniel Ortega, si erano ritirati per mancanza di condizioni adeguate per una mediazione.
Secondo varie fonti (Vatican News, La Prensa), a questa seconda sessione il card. Brenes ha preso parte solo il primo giorno, come gesto «di buona volontà» della Chiesa cattolica dopo la liberazione di 100 prigionieri politici concessa da Ortega. Tuttavia, in assenza di inviti formali ed anzi avendo «capito che la nostra presenza non è un bisogno ineludibile in queste conversazioni», come si legge in un comunicato del 4 marzo della CEN, i vescovi avevano inizialmente deciso di non prender più parte ai tavoli. Vi sarebbe stato presente, però, in rappresentanza della Santa Sede, mons. Sommertag. Il condizionale è d’obbligo, in quanto il disaccordo fra i vari media, sia nicaraguensi che italiani, desta qualche perplessità: mentre il sito ufficiale vaticano Vatican News sostiene che il Nunzio sia sempre stato presente ai negoziati, un’altra autorevole fonte quale è Il Sismografo ritiene questa una «rarissima eventualità» che, «se vera, ma tutto indica che è falsa, potrebbe stare a rivelare una discrepanza tra il Vaticano e la Conferenza episcopale nicaraguense causata da ipotetiche differenze strategiche».
Ad ogni modo, la comunicazione formale tanto attesa dai vescovi è finalmente arrivata e venerdì 8 marzo ci sarà una riunione straordinaria della CEN per definire i termini di partecipazione della Chiesa al tavolo.
Dopo aver ottenuto, come condicio sine qua non per la ripresa dei negoziati, la liberazione dei 100 manifestanti (che tuttavia hanno l’obbligo di dimora e non godranno dunque di una vera libertà) la Chiesa ritiene di avere di nuovo il titolo a sedere al tavolo dei negoziati, per favorire «un dialogo che porti non solo ad una società giusta, ma anche ad una società riconciliata» come ha detto il vescovo ausiliario di Managua Silvio José Báez, già presente alla prima tornata negoziale.
*Foto di Alisdare Hickson tratta da flickr e ridotta in dimensioni. Immagine originale e licenza
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