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Il mensile Confronti:

Il mensile Confronti: "Con Greta per il futuro del pianeta"

Il numero di aprile del mensile Confronti si apre con un editoriale firmato da Letizia Tomassone. Pastora della Chiesa Valdese di Firenze e teologa e coordinatrice dei corsi di Studi femministi e di genere presso la Facoltà Valdese di Teologia di Roma.

Il tema è quello sollevato dalla grande manifestazione internazionale organizzataa da Fridays for Future il movimento nato attorno all'impegno della giovane studentessa svedese Greta Thunberg.

"La cultura ambientalista ha spesso sottolineato la necessità di pensare al futuro tenendo conto delle sette generazioni a venire e dell’impatto che le nostre azioni attuali avranno su di loro. Ora una di queste generazioni ha cominciato a prendere la parola. Un fatto semplice e straordinario insieme, in un Occidente che non è abituato a lasciare parlare i soggetti in prima persona, avendo mantenuto l’abitudine colonialista di parlare per gli altri per meglio controllarne i discorsi, i pensieri e persino le aspirazioni", scrive la Tomassone. "Il fatto che Greta Thunberg venga da una delle nazioni più ricche al mondo rischia di nasconderci altre voci del Sud del mondo che già da anni stanno gridando la loro urgenza: governi con i piedi nell’acqua come nelle Maldive, popolazioni ridotte al grado zero di infrastrutture come in Mozambico. Abbiamo bisogno che le voci si intreccino e si rinforzino a vicenda per imparare la via stretta della giustizia climatica, della riconversione dall’economia del carbone a un’economia circolare". Greta "e molte altre giovani donne stanno mostrando la profondità di una guida spirituale femminile che lotta per proteggere la Terra madre e le madri e le figlie di ogni paese, a partire dalla consapevolezza di corpi che portano la vita, ma che sono i più esposti alle minacce climatiche e alle violenze fatte all’ambiente. L’impegno per la giustizia ambientale e climatica affonda le sue radici nei corpi delle donne, nelle pratiche pacifiste e nonviolente che indicano alternative al consumo avido delle risorse del pianeta, non da ultimo al consumo di persone intese come merci, corpi muti da sfruttare. Proteggere le terre da estrazioni insidiose, proteggere i semi per dare un futuro alla biodiversità sul pianeta e proteggere i corpi in una prospettiva di giustizia di genere significa dare materialità all’impegno per la pace".

La vita, afferma la teologa e pastora valdese, "non può essere negoziata, né quella della Terra né quella delle giovanissime manifestanti che non vogliono lasciare ai soli governi la decisione sul futuro. Un futuro che va costruito già da oggi non con mediazioni e compromessi interni ai rapporti di forza tra i vari governi e le forze finanziarie in gioco, ma attraverso passi di giustizia". "I diritti umani e i diritti delle donne contano, come contano i diritti delle future generazioni. Il cambiamento di cui il pianeta ha bisogno richiede la nostra partecipazione e la nostra azione. Forse lo avevamo dimenticato, ma Greta e tanti e tante giovanissime come lei ce lo hanno ricordato con urgenza".

 

 

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