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Sessanta anni fa moriva don Primo Mazzolari, il parroco partigiano e nonviolento

Sessanta anni fa moriva don Primo Mazzolari, il parroco partigiano e nonviolento

ROMA-ADISTA. Sessanta anni fa, il 12 aprile 1959, moriva don Primo Mazzolari, il parroco di Bozzolo (Mn) sempre ostracizzato dalla Chiesa del suo tempo e “riabilitato” solo poche settimane prima di morire da Giovanni XXIII, che lo accolse in Vaticano chiamandolo «la tromba dello Spirito Santo in terra mantovana».

Nato a Cremona nel 1890, ordinato presbitero nel 1912, conquistato alla causa dell’interventismo democratico, Mazzolari nel 1915 si arruolò come volontario nella prima guerra mondiale e poi divenne cappellano militare. Ma, concluso il conflitto, rinnegò profondamente quell’esperienza: «Ho schifo di tutto ciò che è militare», scrisse ad un amico prete durante la guerra. E anni dopo: «Se invece di dirci che ci sono guerre giuste e guerre ingiuste, i nostri teologi ci avessero insegnato che non si deve ammazzare per nessuna ragione, che la strage è inutile sempre, e ci avessero formati ad una opposizione cristiana chiara, precisa e audace, invece di partire per il fronte saremmo discesi sulle piazze».

Parroco prima a Cicognara (1921-1932) e poi a Bozzolo (fino alla sua morte, nel 1959), fu un antifascista militante: nel 1925 fu denunciato dai fascisti per essersi rifiutato di cantare il Te Deum dopo il fallito attentato a Mussolini da parte di Tito Zaniboni; e nell’agosto del 1931 i fascisti gli spararono tre colpi di rivoltella che tuttavia non lo colpirono. Poi partecipò attivamente alla Resistenza, fu arrestato e poi entrò in clandestinità, fino alla Liberazione del 25 aprile 1945. Credente nella rinascita dell’Italia repubblicana grazie alla Costituzione nata dalla Resistenza, nel 1949 fondò il quindicinale Adesso, del quale fu direttore, attirando su di sé le censure delle gerarchie ecclesiastiche, che ordinarono la chiusura del giornale e imposero a Mazzolari varie restrizioni: divieto di predicare fuori diocesi senza autorizzazione e di pubblicare articoli senza una preventiva revisione dell’autorità ecclesiastica. Convinto nonviolento, nel 1955 pubblicò Tu non uccidere, in forma anonima per sfuggire alla censura ecclesiastica – che comunque ordinerà di ritirare il libro –, che contiene un duro attacco alla dottrina della guerra giusta.

Sempre messo ai margini, ottenne un “risarcimento” poco prima di morire da parte di Giovanni XXIII e poi post mortem da parte di papa Francesco che, nel giugno 2017, si è recato in pellegrinaggio a Bozzolo per pregare sulla sua tomba. Nel settembre 2017 ha preso ufficialmente il via il processo di canonizzazione di don Mazzolari.

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