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Protestano in piazza gli israeliani:

Protestano in piazza gli israeliani: "Netanyahu, sei come Erdogan!"

TEL AVIV-ADISTA. Rischia condanne da tre a 10 anni di prigione il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, accusato in tre procedimenti giudiziari di abuso d’ufficio, corruzione e concussione: avrebbe accettato beni e regali per quasi 270mila dollari in sigari e champagne, in cambio di favori politici; avrebbe varato regolamenti favorevoli alla compagnia di telecomunicazioni Bezeq, in cambio di una copertura stampa a lui favorevole; e avrebbe beneficiato di articoli e reportage del più diffuso quotidiano del Paese, Yedioth Ahronot, a favore del suo operato in cambio, afferma AsiaNews (27/5) di «provvedimenti vessatori e discriminanti nei confronti di un media rivale». Come reagisce a tutto ciò il primo ministro? Professandosi innocente, dichiarandosi vittima di una caccia alle streghe e, in modo più efficace, sostenendo un progetto di legge della maggioranza di governo, che vuole reintrodurre la garanzia di immunità per i parlamentari (abolita nel 2005) a meno di un’autorizzazione esplicita di una speciale commissione e della Knesset, il Parlamento israeliano. Innocente sì, ma immune è meglio.

Scrive altrenotizie.org (22/5) che «l’appoggio a una legge sull’immunità che eviti o ritardi l’incriminazione e l’eventuale condanna di "Bibi" Netanyahu è stata in realtà la condizione imprescindibile che il primo ministro ha imposto ai partiti di destra ed estrema destra considerati per entrare in una coalizione di governo. Il corollario di essa è poi un'altra misura che dovrebbe vietare alla Corte Suprema israeliana di bocciare le leggi approvate dalla Knesset». Come ha spiegato a Bloomberg News il presidente del think tank Israel Democracy Institute, la legge sull’immunità è infatti «gravemente incostituzionale» e, nell’ordinamento attuale, «verrebbe immediatamente annullata dalla Corte Suprema».

Gli israeliani – forse anche fra quelli che a Netanyahu hanno dato il voto ad inizio aprile facendo vincere il suo partito, il Likud – non ci stanno: nella notte fra il 25 e il 26 maggio migliaia di persone sostenitrici delle pricnipali formazioni di opposizione sono scese in piazza a Tel Aviv manifestanti indossavando fez rossi in stile ottomano e agitando ritratti del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, perché quest’ultimo «incarna la tipologia di regime contro il quale ci battiamo».

Fra i leader della protesta, riferisce AsiaNews, vi era anche Benny Gantz, ex generale dell’esercito e principale sfidante di Netanyahu alle ultime elezioni, che ha accusato “Bibi” di far «cadere a pezzi» il sogno di Israele con la sua leadership. «Vi sono persone – ha aggiunto – che stanno cercando di rimpiazzare il governo del popolo con il governo di un singolo uomo e di asservire gli interessi di una intera nazione a quelli di un singolo».

Governo ancora non costituito, a quasi due mesi dalle elezioni politiche, e per la cui formazione stanno scadendo i termini, fissati per domani 29 maggio. Saranno costretti gli israeliani a tornare al voto?

*Benjamin Netanyahu in una foto del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza

 

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