Regno Unito, a rischio chiusura le facoltà di Teologia
LONDRA-ADISTA. Se non si prenderenno provvedimenti, lo studio della teologia e delle scienze religiose nel Regno Unito potrebbe scomparire dalle università e dai college del Paese: a lanciare l’allarme è un rapporto della British Academy, di cui dà notizia il settimanale cattolico The Tablet. (29/5). Secondo lo studio, il numero di studenti in teologia è infatti calato di un terzo dal 2012, anno in cui le rette sono aumentate per questo settore accademico, a differenza di altre scienze umane come la filosofia, che ha recuperato negli ultimi anni il numero di studenti persi. Il rischio è più che un’ipotesi: alcune istituzioni, come l’Università di Bangor e quella di Sheffield, hanno già chiuso le proprie scuole di teologia, mentre altre, come quella di Lincoln e la Anglia Ruskin non hanno resgistrato iscrizioni nell’anno accademico 2017/2018.
Ha chiuso i battenti anche l’Heythrop College di Londra, istituto gestito dai gesuiti, mentre l’Università di Aberdeen, che aveva inaugurato la scuola di teologia e filosofia l’anno scorso, sta già pensando di abolire il corso di studi religiosi. «Non dobbiamo pensare che la scomparsa della teologia sia inevitabile, ma è quello che accadrà se non si fa qualcosa», ha spiegato al Tablet Diarmaid MacCulloch, docente di Storia della Chiesa all’Università di Oxford. «E qualcosa si può fare, come accertarsi che i vari dipartimenti universitari stiano incoraggiando l’istruzione religiosa nelle scuole, e che gli addetti all’orientamento degli studenti siano al corrente dell’orizzonte positivo offerto dagli studi teologici. Il rapporto evidenzia che chi studia teologia ottiene lavori soddisfacenti, prestigiosi e ben pagati». Spesso i vertici delle università non comprendono l’importanza dell’istruzione religiosa: «La scelta più ovvia è di orientarsi verso discipline che portano velocemente guadagni alti, e medicina è chiaramente al top di queste, ma ciò costituisce un problema per quelle considerate, a torto, marginali, come la musica», ha proseguito. «Si tratta di dimensioni vitali per la salute e la vitalità della società ed è molto difficile misurare salute e vitalità se sei un “conta fagioli”».
Anche il numero degli studenti di teologia nelle istituzioni private, come l’evangelico St. Mellitus College o il Nazarene Theological College di Manchester, è calato, diminuendo del 14% dal 2016/17. P. Ashley Beck, presidente dell’Associazione Teologica Cattolica, ha messo in guardia rispetto alla promozione di programmi catechetici che non rendono giustizia alla riflessione critica della migliore teologia, che continua a essere guardata con sospetto o con indifferenza.
Il rapporto della British Academy critica anche la composizione del corpo docente negli studi teologici e religiosi, con un 37% di staff femminile, molto al di sotto della media delle altre facoltà; due terzi degli studenti universitari sono ragazze, ma la proporzione si inverte al livello del dottorato. Ci vogliono più docenti donne, e non solo tra i bianchi, ha rilevato Candida Moss, docente di Teologia dell’Università di Birmingham, e bisogna modernizzare i curricula con studi interreligiosi, temi etici come la disabilità e l’ambiente. «La teologia è ancora dominata dagli uomini», ha detto.
* Foto di Nguyenkhanhtran tratta da Wikimedia Commons. Immagine originale e licenza
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