Nessun articolo nel carrello

Sea Watch: la Cedu respinge le richieste dei migranti e la società civile si appella a Conte

Sea Watch: la Cedu respinge le richieste dei migranti e la società civile si appella a Conte

Dopo 13 giorni in mare aperto, oggi i 42 migranti a bordo della nave Sea Watch 3 hanno accolto con delusione e amarezza la decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) di respingere il loro ricorso che chiedeva di sospendere provvisoriamente il Decreto Sicurezza bis, a cuasa del quale la nave non può entrare nelle acque territoriali italiane. E mentre il ministro dell’Interno Matteo Salvini esulta per il pronunciamento della Cedu – «anche la Corte di Strasburgo conferma la scelta di ordine, buon senso, legalità e giustizia dell’Italia: porti chiusi ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici. Meno partenze, meno sbarchi, meno morti, meno sprechi. Indietro non si torna» – capitano ed equipaggio della Sea Watch paventano la possibilità di rompere il blocco nei prossimi giorni, puntando dritto verso Lampedusa, disposti a farsi arrestare pur di mettere in sicurezza i migranti.

Nel frattempo 40 organismi – tra i quali A buon diritto, Asgi, Antigone, Centro Astalli, Amnesty International Italia, Arci, Associazione 21 luglio, associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Casa dei diritti sociali-Focus, Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir), Cnca, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), Intersos, Medici per i diritti umani (Medu), Medici senza frontiere (Msf), Oxfam, Salesiani per il sociale, Save the children Italia e Terres des hommes – hanno scritto ieri una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, invocando un porto sicuro per i 42 della Sea Watch. «Apprezziamo che, nei giorni scorsi, l'Italia abbia consentito lo sbarco di bambini, donne incinte e altre persone vulnerabili», affermano le associazioni. «Resta tuttavia di urgenza inderogabile che tutte le persone a bordo, in particolare i minorenni e le altre persone vulnerabili, possano toccare terra in un porto sicuro nel minor tempo possibile e che alle valutazioni politiche venga anteposta la tutela della vita e dell'incolumità degli esseri umani». Come chiesto anche dal presidente Sergio Mattarella durante la Giornata Mondiale del Rifugiato, gli organismi esigono da Conte che «l'Italia adempia ai suoi doveri di solidarietà, assistenza e accoglienza, così come previsto dalla Costituzione italiana e dal diritto internazionale».

Foto di Sinn Féin, tratta da Flickr. Immagine originale e licenza. L'immagine è stata ritagliata

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.