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“Si rischia l’eresia”: i cardinali “dubbiosi” contro il sinodo sull’Amazzonia

“Si rischia l’eresia”: i cardinali “dubbiosi” contro il sinodo sull’Amazzonia

Tratto da: Adista Notizie n° 31 del 14/09/2019

 39940 NEW YORK-ADISTA. Altri due porporati si aggiungono ufficialmente alla fronda dell’ala ultra-conservatrice dei cardinali avversi a papa Francesco a motivo delle proposte contenute nel Documento di lavoro del Sinodo panamazzonico di aprire il sacerdozio a uomini sposati (viri probati) e di studiare per le donne ruoli di maggiore responsabilità nella Chiesa (v. Adista Notizie n. 24/19): dopo gli attacchi del ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, card. Gerhard Müller, nel libro Römische Begegnungen (Incontri romani) in cui accusa papa Francesco di lavorare letteralmente per la dissoluzione della Chiesa, e dopo il card. George Pell, già segretario per l’Economia in Vaticano, condannato in Australia a sei anni di carcere per abusi sessuali, secondo il quale il Sinodo mira a cancellare l’obbligo del celibato per i sacerdoti e ad aprire al sacerdozio femminile partendo dall’ammissione delle donne al diaconato, arrivano ora il card. Walter Brandmüller e il card. Raymond Leo Burke, i due reduci del gruppetto dei quattro porporati “dubbiosi” sul magistero di Bergoglio (v. Adista Notizie n. 41/16; Carlo Caffarra e Joachim Meisner sono deceduti nel 2017). In una lettera (ottenuta dalla Catholic News Agency, 4/9, che ne dà notizia) inviata al Collegio dei cardinali il 28 agosto scorso, il card. Walter Brandmüller afferma che alcuni punti dell’Instrumentum laboris appaiono «non solo in dissonanza rispetto all’autentico magistero della Chiesa, ma addirittura contrari ad esso». Il cardinale tedesco, 90 anni, già docente di Storia della Chiesa medievale e moderna all’Università di Augsburg, spiega nella missiva che «le nebulose formulazioni dell’Instrumentum, così come la proposta creazione di nuovi ministeri ecclesiali per le donne e, in particolare, la proposta ordinazione sacerdotale dei cosiddetti viri probati sollevano forte sospetto sul fatto che anche il celibato sacerdotale possa essere messo in discussione». I leader del sinodo panamazzonico, continua, gli hanno dato motivo di preoccupazione anche relativamente alla procedura stessa: «Già il fatto – scrive Brandmüller – che il card. Hummes sia il presidente del Sinodo e eserciti quindi una grande influenza in senso negativo, è sufficiente a alimentare la motivata e realistica preoccupazione, così come anche nel caso dei vescovi Kräutler, Overbeck ecc.». Mentre Claudio Hummes è stato prefetto della Congregazione per il Clero dal 2006 al 2010, Erwin Kräutler, da molto tempo strenuo sostenitore dei preti sposati, è il vescovo emerito della prelatura brasiliana di Xingu, in Amazzonia; quanto a Franz-Joseph Overbeck, vescovo tedesco di Essen, è noto per le sue posizioni di apertura in merito a un riesame del magistero cattolico riguardo all’ordinazione e alla morale sessuale.

«Dobbiamo affrontare gravi sfide all’integrità del Depositum fidei – prosegue il porporato che, ricevuta la berretta cardinalizia a 81 anni, nel 2010, non ha mai svolto la funzione di elettore in Conclave –, alla struttura sacramentale e gerarchica della Chiesa e della sua Tradizione Apostolica. Con tutto ciò è stata creata una situazione mai vista prima nella storia della Chiesa, nemmeno durante la crisi ariana del IV e V secolo »; di qui la necessità, esorta il cardinale, che tutti i confratelli riflettano su come reagire a «qualsivoglia dichiarazione o decisione eretica da parte del Sinodo». «Spero quindi – conclude – che loro Eminenze coglieranno questa opportunità per correggere, in accordo con gli insegnamenti della Chiesa, alcune posizioni espresse nell’Instrumentum laboris del Sinodo panamazzonico».

A Brandmüller ha fatto eco, lo stesso 28 agosto, l’ultraconservatore Raymond Burke, amante del rito tridentino, già prefetto della Signatura apostolica, patrono, per breve tempo, del Sovrano Militare Ordine di Malta, che alla fine del 2016 minacciò di chiedere un «atto di correzione formale di errore grave» riguardo alla dottrina pontificia affermata in Amoris laetitia (v. Adista Notizie n. 1/17). «Condivido del tutto le profonde preoccupazioni del card. Brandmüller sull’Instrumentum laboris dell’imminente Sinodo sull’Amazzonia », ha scritto, sottolineando il linguaggio «non chiaro» del documento, soprattutto per quanto riguarda il Depositum Fidei: «Esso contraddice il costante insegnamento della Chiesa sulla relazione tra il mondo creato e Dio, tra il Creatore increato e l’uomo, creato a im- magine e somiglianza di Dio per cooperare con lui come guardiano del mondo creato». Per Burke, inoltre, il documento di lavoro definirebbe «la dottrina riguardante l’unicità e l’universalità della salvezza portata da Cristo vivente nella Chiesa relativa a una particolare cultura e emblematica di ciò che chiamano “dottrina pietrificata” (n. 38)». «La verità secondo cui Dio si è rivelato pienamente e compiutamente attraverso il mistero dell’incarnazione del Redentore, Figlio di Dio – prosegue Burke – è oscurata, se non negata». Quanto al punto del ministero ordinato e della «perfetta continenza del clero», prosegue il cardinale statunitense, le proposte del Sinodo, come sottolineato da Brandmüller, «attaccano la “struttura gerarchico-sacramentale” e “la Tradizione apostolica della Chiesa». Insomma, conclude con tono apocalittico, «le disturbanti proposizioni dell’Instrumentum laboris fanno presagire un’apostasia dalla fede cattolica». 

* Andrea del Sarto, Ritratto di papa Leone X con i nipoti  cardinali (1525, particolare), copia dell'opera omonima di Raffaello Sanzio; foto di Sailko tratta da wikimedia commons, licenza Creative Commons

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