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Lo Yemen sull’orlo del baratro: Oxfam chiede al governo di superare gli interessi economici

Lo Yemen sull’orlo del baratro: Oxfam chiede al governo di superare gli interessi economici

Il 26 giugno scorso la Camera dei Deputati ha approvato una mozione che chiede al governo di fermare le «esportazioni di bombe d’aereo e missili che possono essere utilizzati per colpire la popolazione civile e loro componentistica verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace con lo Yemen». Un passo avanti accolto con grande favore dal movimento pacifista, il quale però non ha mancato di rilevare forti dubbi e perplessità sul testo della mozione che appariva monco e facilmente aggirabile.

In particolare Amnesty International Italia, Movimento dei Focolari Italia, Oxfam Italia, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo e Save The Children Italia chiedevano alcune cose: fermare l’invio di tutte le armi e non solo di «bombe d’aereo e missili» (che costituiscono circa la metà dell’export di armi), come scritto sulla mozione; bloccare l’export verso tutti i Paesi della coalizione impegnata negli attacchi e non solo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi, come indica il dispositivo votato alla Camera; coinvolgere gli Stati membri e le istituzioni Ue per promuovere una moratoria europea di armi; infine, un maggiore impegno diplomatico ed economico nella risoluzione della crisi yemenita, la più «più grave emergenza al mondo».

Oggi, a distanza di qualche mese, Oxfam Italia punta nuovamente i riflettori sulla crisi in Yemen, invitando a firmare la petizione #SOSYEMEN per chiedere al premier Giuseppe Conte e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio un maggiore impegno «per proteggere i civili e per una pace duratura».

«La guerra ha trascinato lo Yemen nel baratro di povertà e sofferenza», afferma Oxfam. «Migliaia di vite sono andate perdute. È urgente trovare una soluzione politica al conflitto e salvare quante più vite possibile. È necessario un maggiore impegno del nostro Paese: servono più aiuti per i civili, la sospensione dell’invio delle armi e una soluzione politica per una pace duratura».

La petizione si articola su 5 puntuali richieste: maggiore sostegno finanziario al Piano di Risposta Umanitaria dell’Onu; maggiore sostegno politico al processo di pace in ambito Onu; l’estensione dell’export di armi verso tutti i membri della coalizione (anche, quindi, Bahrein, Kuwait, Giordania, Sudan e Senegal); uno stop di tutti i dispositivi d’arma, superando il testo della mozione; infine «la promozione di un embargo europeo di armi verso tutti i Paesi componenti la coalizione saudita», come peraltro sollecitato dal testo approvato a giugno dalla Camera.

«Mentre il popolo dello Yemen è sull’orlo del baratro, stritolato da un conflitto che continua ad essere alimentato dagli interessi economici delle grandi potenze mondiali, l’impegno italiano e della comunità internazionale è del tutto insufficiente», dichiara Paolo Pezzati (policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia). Allo stesso tempo però, prosegue Pezzati, lo stesso esecutivo italiano, «tra il 2015 e il 2018 ha autorizzato export di armamenti italiani verso Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti (due dei principali Paesi coinvolti nel conflitto) per 1 miliardo e 363 milioni di euro, consegnandone per un valore di 1 miliardo. Un dato che pone il nostro Paese subito dietro Usa, Regno Unito e Francia».

«Ciascun cittadino può far sentire la propria voce», conclude il rappresentante di Oxfam, «chiedendo che si faccia subito tutto il possibile per alleviare le indicibili sofferenze del popolo yemenita, creando le condizioni perché arrivino tutti gli aiuti necessari, senza che il nostro Paese si renda anche solo indirettamente complice del massacro di civili in corso da più di 4 anni. Un conflitto così ingiusto, un orrore tanto grande, dovrebbe prima di tutto indignarci come esseri umani!».

I numeri di Oxfam.

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