Nessun articolo nel carrello

Cile, il presidente Piñera recita il mea culpa. La posizione di Chiesa cattolica e religiosi

Cile, il presidente Piñera recita il mea culpa. La posizione di Chiesa cattolica e religiosi

«Chiedo perdono per non aver compreso per tempo il malessere sociale». E’ questo l’ultimo colpo di scena delle vicende che hanno sconvolto il Cile dal 18 ottobre scorso. Il mea culpa, recitato con un tweet la notte scorsa dal presidente Sebastiàn Piñera, potrebbe mettere fine alle sommosse popolari che hanno causato, secondo diverse fonti, 15 morti e circa 1.500 feriti.

La resa del presidente, che ha promesso una nuova agenda sociale, arriva dopo un isolamento da più fronti e la ferma condanna della Chiesa cattolica, oltre che di tutte le confessioni religiose presenti nel Paese.

Già il 21 ottobre il Consiglio permanente della Conferenza Episcopale cilena aveva condannato la violenza che si consumava nella capitale del Paese, sostenendo che «il primo obbligo di tutti coloro che esercitano un qualche tipo di leadership nel Paese è comprendere il profondo malessere delle persone e delle famiglie che sono colpite da disuguaglianze ingiuste, da decisioni arbitrarie che li riguardano […] e da pratiche quotidiane che considerano abusive». Poi, non molto velatamente, incalzando il governo: è «tempo di passare dalla preoccupazione all’azione, all’accettazione e alla creazione di scenari che ci consentano di comprendere i cambiamenti che la società cilena ha vissuto»; «È tempo di guardare con verità, a faccia scoperta, le nostre ricchezze e successi, i nostri conflitti e fallimenti».

«Unendoci a tutti gli appelli della Conferenza episcopale e di molte congregazioni, vi invitiamo a unirci in preghiera per la nostra patria, per la pace e per la giustizia», scriveva la Conferenza delle religiose e dei religiosi del Cile (Conferre), in una nota (22/10) firmata dal presidente, il cappuccino Héctor Campos, e dalla segretaria esecutiva, suor Sara Romero. Secondo la Conferre, «istruzione, salute, lavoro… sono ancora diritti» solo «previsti» nel Paese, additando la causa delle sommosse a questa mancanza, oltre che alle fortissime disuguaglianze sociali. «Chiediamo la grazia di saper dialogare, affrontare questo momento essendo all’altezza della situazione. Preghiamo perché siano evitati gli eccessi che mettono a rischio la vita umana e possa emergere il sentire comune, che risponde al sentire evangelico che oggi chiede giustizia».

Sulla stessa lunghezza d’onda i leader dell'Associazione per il dialogo interreligioso del Paese (ADIR), tra cui l'Amministratore Apostolico di Santiago, Mons. Celestino Aós; il rabbino e il presidente dell'ADIR, Daniel Zang; il segretario esecutivo, Omar Cortés Gaibur e il portavoce della moschea che, in una conferenza stampa (AciPrensa 21/10), avevano lanciato un appello a rappresentanti dello Stato, attori politici e sociali, per un grande patto sociale finalizzato a ripristinare il dialogo e fermare la violenza. Attraverso un’attenta «autocritica nazionale», secondo i religiosi, sarebbe possibile «lavorare insieme […] per una cultura dell'incontro, che ci permetta di ricostruire la fraternità e i valori che ispirano l'anima del Cile». Pur ritenendo «inaccettabile» la violenza verificatasi, «non possiamo ignorare che anche le persone di pace si sono espresse richiamando l'attenzione sulle ingiustizie che richiedono una soluzione e un nuovo percorso per il Cile», hanno proseguito, prendendosi l’impegno, in qualità di rappresentanti di «religioni e tradizioni di fede presenti in Cile, a lavorare per la fraternità e per la costruzione di una società giusta in cui tutti siano rispettati».

*Foto di falco tratta da Pixabay. Immagine originale e licenza

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.