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Sinodo e donne/6. Women's Ordination Worldwide:  donne trattate come una categoria a parte

Sinodo e donne/6. Women's Ordination Worldwide: donne trattate come una categoria a parte

Anche Women’s Ordination Worldwide (WOW), rete ecumenica di gruppi nazionali e internazionali che dal 1996 è impegnata sul fronte dell’accesso al sacerdozio per le donne, esprime la propria delusione per il documento finale del Sinodo panamazzonico, pur dicendosi «non del tutto scioccata nell'apprendere che il Sinodo dell'Amazzonia ha concluso che alcuni uomini sposati riceveranno il via libera per essere ordinati sacerdoti mentre il ministero delle donne rimarrà emarginato e richiederà ulteriori studi». «Ci viene detto – si legge nel comunicato del 27/10 - che l'apertura dell'ordinazione di uomini sposati nella regione amazzonica è un riconoscimento della leadership sacramentale che emerge dalla comunità. Ma la comunità ecclesiale comprende anche le donne e sono le donne che sono attualmente presenti nella maggior parte dei ruoli ministeriali e sono già riconosciute come leader dalle persone che servono». Perché, si chiede WOW, la Chiesa «deve riaprire una commissione sul diaconato femminile quando le prove storiche della sua esistenza sono abbondanti e la vocazione diaconale per le donne, anche all'interno della sala del Sinodo, è assolutamente chiara»? Perché la Chiesa deve creare nuovi ministeri per le donne, trattando così le donne «come un sottogruppo che richiede percorsi eccezionali e categorie distinte, senza confrontarsi con il fatto che le donne vivono già vocazioni sacerdotali e diaconali e dovrebbero essere ordinate»? Questa «palese disparità nel trattamento delle vocazioni e del ministero maschili e femminili - prosegue WOW - è un rafforzamento del pregiudizio secolare ed è un duro colpo per la maggioranza dei cattolici che ha osato sperare che questa volta avrebbe potuto essere diverso»; «L'aggiunta di uomini sposati al ministero sacramentale in Amazzonia spingerà ulteriormente da parte le donne, delle quali il Sinodo ha riconosciuto il lavoro. Ciò rafforza il pregiudizio e esprime la sostituzione delle donne, la cui leadership spirituale sarà sacrificata nel nome di Dio, ma nell'interesse degli uomini».

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