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L'esecuzione di Soleimani un atto di guerra per scopi elettorali: un appello per arginare Trump

L'esecuzione di Soleimani un atto di guerra per scopi elettorali: un appello per arginare Trump

Un appello alla comunità internazionale, alle Nazioni Unite e al Governo Italiano per arginare l’azione spregiudicata di Donald Trump, «scongiurare l’escalation bellica» tornare al dialogo. L’esecuzione tramite drone del generale iraniano Qasem Soleimani, ordinata dal presidente Usa, è stato, secondo l’Arci, «un vero e proprio atto di guerra che sta provocando gravissime conseguenze».

Guarda caso, l’attentato di Trump arriva proprio nel momento in cui «i sondaggi lo danno in costante calo e la procedura di impeachment prosegue per la sua strada: non è la prima volta che gli Stati Uniti scelgono di mandare il mondo nel caos per risolvere affari interni».

L’associazione ribadisce, ancora una volta, «che non è attraverso l’uso delle armi e della forza che si possono risolvere i conflitti: la diplomazia non sia ancillare rispetto alle logiche militari, si riaffermi il primato della Politica».

In tal senso, la comunità internazionale non si può limitare a «generiche dichiarazioni di condanna» ma deve porre concretamente un freno all’azione “elettorale” di un Trump disposto a tutto pur di vincere la prossima tornata, «mettendo in campo tutta la forza delle relazioni diplomatiche per evitare un'escalation militare dalle conseguenza imprevedibili».

Mentre in Medio Oriente soffiano inquietanti venti di guerra, l’Arci chiede anche al governo italiano di impegnarsi concretamente per il dialogo, per il primato della diplomazia, per la mediazione, per la cooperazione tra Stati e tra popoli.

L’appello è anche alla società civile pacifista, affinché si riorganizzi anche a livello internazionale in una mobilitazione capace di coinvolgere «anche quelle cittadine e cittadini a cui da molto, troppo tempo, è negata la possibilità di intraprendere autonomamente un proprio cammino di storia verso la democrazia, i diritti, la libertà, la pace, nella consapevolezza che quella del dialogo è la vera e unica strada possibile per far fronte a guerra e terrorismo».

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