
Boko Haram dilaga in Camerun: la testimonianza di un vescovo
Il movimento jihadista Boko Haram ha superato i confini della Nigeria e sta dilagando anche in Ciad, Niger e Camerun. Proprio dal nord del Camerun giunge – tramite la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) – l’appello del vescovo di Maroua-Mokolo, mons. Bruno Ateba. «Boko Haram è come le bestie dell’Apocalisse – afferma il prelato – come un’Idra dalle tante teste. Appena gliene tagli una, ne ricresce immediatamente un’altra». Ogni giorno, lungo il confine tra Camerun e Nigeria, si registrano attentati, incursioni, villaggi dati alle fiamme, rapimenti ed esecuzioni sommarie. Il vescovo parla di quelle regioni come di un «regno del terrore». La stessa diocesi di Maroua è stata colpita ben 13 volte nelle ultime settimane, denuncia ancora mons. Ateba.
ACS parla di circa 270mila cittadini del Camerun che sono stati costretti a lasciare le proprie case proprio a causa delle violenze di Boko Haram, autore di oltre cento di attacchi nel solo 2019. Il problema, rileva la fondazione e lo stesso vescovo, è che, nei contesti segnati da povertà estrema e precarietà esistenziale è più facile per i movimenti terroristici assoldare e addestrare forze giovani e motivate. Secondo Ateba, infatti, «La povertà, l'insicurezza ed la mancanza di prospettive future rende i nostri ragazzi obiettivi facili da manipolare per i jihadisti».
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