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Land grabbing: i vescovi dell'Africa Occidentale chiedono regole globali

Land grabbing: i vescovi dell'Africa Occidentale chiedono regole globali

Alla VIII Assemblea plenaria, che si è tenuta dal 12 al 17 ad Abidjan (in Costa d’Avorio), il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Regionale dei Vescovi dell’Africa Occidentale (Cereao-Recowa) ha parlato anche di land grabbing e delle conseguenze nefaste per le comunità africane, spesso espropriate dalle multinazionali per lasciare posto ad allevamenti e miniere.

In chiusura dell’assemblea i vescovi hanno invocato strumenti giuridici di governance globale per arginare l’odiosa pratica dell’accaparramento di terre, sottolineando che «esistono numerosi trattati e convenzioni internazionali, ma che questi accordi non rendono giustizia all’Africa». Occorre, invitano i prelati africani rivolti a leader e amministratori dei Paesi dell’Africa Occidentale, «correggere i modelli di sviluppo che sembrano incapaci di garantire» il rispetto dei diritti umani e ambientali.

Aumentano continuamente i casi di espropri e accaparramento di terreni, che da agricoli vengono destinati ai pascoli, rilevano i vescovi, e questo provoca perdita di vite umane e di patrimonio culturale, disoccupazione, fame, migrazioni forzate. Altri terreni vengono ceduti alle multinazionali dell’estrazione, con conseguenze nefaste per le popolazioni locali, per l’ambiente e per la biodiversità.

A governi, imprese e multinazionali implicati in questa «disastrosa operazione» dell’accaparramento e delle espropriazioni forzate, i vescovi lanciano l’appello a «non spogliare i deboli e non schiacciare l’umile».

Fonte: "La Croix Africa"

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