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Migranti al confine greco-turco: «Il Cristo galleggiante»

Migranti al confine greco-turco: «Il Cristo galleggiante»

Come uomo, e più ancora come cristiano e missionario, non posso accettare il disumano trattamento riservato ai rifugiati ammassati sulle frontiere della Grecia, sotto lo sguardo quasi indifferente dell’Europa, tutta presa dal coronavirus. Ho il sacro dovere di gridare la mia indignazione per il trattamento disumano riservato a migliaia e migliaia di profughi iracheni, afghani e siriani, in buona parte donne e bambini, in fuga da orribili guerre da noi sostenute. Questi non sono migranti, ma rifugiati che, secondo il diritto internazionale, devono essere accolti dall’Europa. E invece sono bloccati dalle forze dell’ordine elleniche, mentre i pochi che riescono a passare il confine, sono braccati dai fascisti greci di Alba Dorata. Senza parlare dei rifugiati che arrivano con i gommoni nelle isole greche, tra gli insulti e le sparatorie. È la fine del senso di umanità!

Il crimine iniziale dell’Europa è stato quell’accordo (2016) con il dittatore turco, Erdogan, al quale abbiamo regalato sei miliardi di euro per trattenere quasi quattro milioni di rifugiati, in buona parte siriani in fuga da una guerra spaventosa. Li ha trattenuti nei campi profughi per quattro anni, ma poi, con l’attacco alla città siriana di Idlib, Erdogan si è trovato a fare i conti con un altro milione di siriani in fuga da quella città. Per allentare l’enorme pressione interna e per ricattare l’Ue per ottenere altri tre miliardi di euro, Erdogan, con il suo cinismo ha ammassato centomila rifugiati alle frontiere dell’Europa.

Il 3 marzo le massime autorità dell’Ue sono andate a verificare quello che accadeva alle frontiere greche. «La Grecia è lo scudo dell’Europa», ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, e ha offerto alla Grecia navi e aerei e settecento milioni di euro per tenere lontano i “barbari”. L’Europa del diritto è naufragata! L’Europa aveva già perso la sua credibilità quando, lo scorso anno, è rimasta in silenzio davanti all’invasione del Rojava (Siria) da parte di Erdogan e al massacro dei curdi. E altrettanto grave è stata la non volontà di accogliere in Europa 112mila richiedenti asilo nelle isole greche, lasciandoli marcire in orribili lager, come a Lesbo, dove persino bambini hanno tentato il suicidio.

Solo nella baraccopoli di Korogocho (Nairobi) ho assistito a tentati suicidi di piccoli! «Che cosa ti è successo Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia, della libertà?», chiedeva papa Francesco alle massime autorità Ue, a Roma nel 2016.

Ha vinto Erdogan, uno spregiudicato dittatore che l’Europa ha armato fino ai denti (L’Italia dal 2000 ad oggi ha venduto armi alla Turchia per 886 milioni di dollari, in barba alla Legge 185 che proibisce al governo di vendere armi a uno Stato che è in guerra e dove i diritti umani sono violati). Siamo davanti a un’immensa tragedia umana che interpella la coscienza dell’Europa. Questi profughi siriani, afghani, iracheni, secondo il diritto internazionale, hanno diritto ad essere accolti dall’Europa. Ma perché l’Europa non ha voluto e non vuole intraprendere la via dei “corridoi umanitari”? Se avessimo investito i sei miliardi di euro dati a un dittatore, quante persone avremmo salvato, dando nuova forza e energia al nostro Vecchio continente? L’Europa deve recuperare questo coraggio, se vuol vivere.

Per questo chiediamo alla UE: l’embargo totale delle armi alla Turchia; la ripresa dell’operazione Sofia per bloccare le armi e salvare migranti in tutto il Mediterraneo, in particolare nell’Egeo; l’apertura dei corridoi umanitari; l’abolizione di Dublino III e l’equa distribuzione dei rifugiati fra tutte le nazioni europee; accoglienza immediata a donne e bambini.

Altrettanto chiediamo alle Conferenze episcopali d’Europa di far sentire con più forza e coraggio la loro voce in favore dei rifugiati, appoggiandosi alle parole profetiche di papa Francesco ai leader europei: «Sogno un’Europa in cui essere migrante non è un delitto, bensì un invito a un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano. Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stato la sua ultima utopia». Papa Francesco lo scorso dicembre ha ricevuto i profughi provenienti da Lesbo davanti al Crocifisso con il salvagente, che ha scandalizzato tanti. La nostra speranza e anche quella dell’Europa è proprio in quel Cristo galleggiante. Se lo salveremo, ci salveremo anche noi.


* Foto di Gianfranco Reppucci, tratta da Flickr, immagine originale e licenza. L'immagine è stata ritagliata.

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