
Morta Barbara Harris, la prima "vescova" episcopaliana
LINCOLN-ADISTA. E’ mancata, a 89 anni, Barbara Harris, la prima donna a essere ordinata vescovo nella Chiesa episcopaliana degli Stati Uniti e in generale nella Comunione anglicana, nel lontano 1988. Alla guida della diocesi del Massachusetts dal 1989 al 2002, quando andò in pensione, non era la candidata ideale, all’epoca della sua nomina, priva di titoli teologici e divorziata com’era. Afroamericana, attivista per i diritti civili, aveva marciato nel 1965 con Martin Luther King da Selma a Montgomery, Alabama. A costituire un problema, nella sua elezione, era stata ovviamente anche, o soprattutto, la questione del genere, che costituì un elemento di grande divisione: il fatto che una donna diventasse vescovo spinse molti episcopaliani a rifiutarsi di riconoscere l’autorità di Harris, che, subì, tra l’altro, intimidazioni e minacce di morte. Alla sua consacrazione, la polizia le offrì un giubbotto antiproiettile, che lei rifiutò.
Negli anni, criticò fortemente la Chiesa anglicana per il suo dogmatismo, predicando l’inclusività come riflesso più autentico degli insegnamenti di Cristo. Afroamericana, fu sempre accanto anche alle persone Lgbt nella lotta per un maggiore riconoscimento. «Se è stato Dio a creare tute le creature – diceva – come potrebbe preferirne alcune ad altre?». Allo stesso modo era impegnata per l’integrazione delle parrocchie storicamente segregate e per un maggiore numero di donne nel clero. Nel 2003 appoggiò l’elezione di Gene Robinson, apertamente gay, a vescovo della diocesi del New Hampshire. La sua posizione aperta e progressista, specialmente sull’ordinazione di persone omosessuali, provocò l’allontanamento di una parte conservatrice della Chiesa, che fondò una piccola confessione separata, la Anglican Church in North America. Le è succeduta nell’incarico ancora una donna, Katharine Jefferts Schori, fino al 2015, quando a presiedere la Chiesa episcopaliana è stato scelto per la prima volta un uomo afroamericano, Michael B. Curry.
* Foto di WEBN-TV tratta da Flickr, immagine originale e licenza
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