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Pandemia e cambiamenti climatici. I giovani di #FridaysForFuture scrivono all’Italia

Pandemia e cambiamenti climatici. I giovani di #FridaysForFuture scrivono all’Italia

«Cara Italia, ascolta questo silenzio»: così si apre la lettera aperta promossa dai giovani di #FridaysForFuture, da accademici e ricercatori che si occupano di cambiamenti climatici. Stiamo vivendo un incubo, affermano, riferendosi alla pandemia che ha isolato e gettato nell’angoscia i cittadini italiani. La paura è il sentimento dominante di questo strano periodo, si legge ancora nella lettera, e riguarda i grandi interrogativi sulle prospettive future in termini di salute, istruzione, lavoro, affetti e relazioni interpersonali.

Pandemia e crisi climatica

«Molti studi sostengono che questa crisi sia connessa all’emergenza ecologica», ipotizzano i firmatari, giunti oltre quota 4.600 (qui la lista dei nomi). Quel che è certo, prosegue la lettera, è «che questa sarà solo la prima di tante altre crisi (sanitarie, economiche o umanitarie) dovute al cambiamento climatico e ai suoi frutti avvelenati. Estati sempre più torride e inverni sempre più caldi, inondazioni e siccità distruggono già da anni i nostri raccolti, causano danni incalcolabili e vittime sempre più numerose. L’inesorabile aumento delle temperature ci porterà malattie infettive tipiche dei climi più caldi o ancora del tutto sconosciute, rischiando di farci ripiombare in una nuova epidemia».

Due problemi, soluzione comune

I giovani e gli scienziati promotori di questa iniziativa sono pronti a non rassegnarsi, convinti che la via d’uscita – tanto dei cambiamenti climatici quanto della pandemia – sia già tracciata: «L’uscita dalla crisi sanitaria dovrà essere il momento per ripartire, e la transizione ecologica sarà il cuore e il cervello di questa rinascita: il punto di partenza per una rivoluzione del nostro intero sistema. La sfida è ambiziosa, lo sappiamo, ma la posta in gioco è troppo alta per tirarsi indietro».

Riconversione ambientale di economie e società

In concreto, i firmatari della lettera invitano ad un «colossale, storico, piano di investimenti pubblici sostenibili che porterà benessere e lavoro per tutte e tutti e che ci restituirà finalmente un Futuro a cui ritornare, dopo il viaggio nell’oscurità di questa pandemia». Si va dalle fonti rinnovabili all’azzeramento dei combustibili fossili, dalla riconversione delle aziende inquinanti alla bonifica dei territori degradati (80mila persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico). La lettera aperta parla poi di città verdi e liberate dal traffico, di sistemi di trasporto efficienti e accessibili a tutti, di abbattimento delle emissioni per gli edifici pubblici e privati, di valorizzazione e tutela di montagne, mari, parchi e spazi verdi. «In questo modo – afferma la lettera – creeremo centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro ben retribuiti, in tutti i settori».

Finalmente in ascolto della scienza

Utopia? No, «questo Futuro è davvero possibile, cara Italia, ne siamo convinti. Per affrontare questa emergenza sanitaria stiamo finalmente ascoltando la scienza. Ed è proprio la scienza ad indicarci chiaramente la rotta da percorrere per sconfiggere la crisi climatica». Non resta molto, avvertono giovani e scienziati, mancano solo 10 anni per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e soprattutto per contenere il riscaldamento globale sotto l’1.5°C rispetto ai livelli preindustriali. «La folle curva di emissioni va capovolta già da quest’anno, e per sempre. Solo se ci riusciremo costruiremo un Paese e un mondo più giusto, più equo per tutte e tutti, non a spese dei più deboli, ma di quei pochi che sulla crisi climatica hanno costruito i loro profitti».

L’Italia e il mondo sono ad un bivio e il tempo della riconversione ecologica è ora, senza tentennamenti, conclude la lettera: «Non a tutte le generazioni viene data la possibilità di cambiare davvero la storia e creare un mondo migliore, l’unico in cui la vita sia possibile. Questa è la nostra ultima occasione. Non possiamo permetterci di tornare al passato. Dobbiamo guardare avanti e preparare il nostro Ritorno al Futuro!».

#DigitalStrike

Per i giovani di #FridaysForFuture, il 24 aprile, si prepara «lo sciopero digitale più grande di sempre!», che coinvolgerà 161 Paesi nel mondo e 115 città italiane uniti nell’unica richiesta di giustizia climatica. Una drammatica e irreversibile crisi ambientale è già in corso, si legge nell’invito all’evento, e «le istituzioni non hanno ancora attuato politiche incisive», «mentre la comunità scientifica ci avverte che sono rimasti solo 8 anni per evitare le conseguenze peggiori. Potremmo non avere cibo ed acqua per tutti e tutte, potremmo non avere un clima adatto per coltivazioni ed allevamenti. Potremmo arrivare al collasso e perdere il nostro Futuro».

La fine della pandemia, con le sue speranze di “conversione” in termini di stili di vita e di lavoro più sostenibili, «sarà la nostra ultima occasione per investire davvero sulla transizione ecologica. Non dobbiamo tornare al passato, a ciò che ci ha portato al collasso. Questa è l’occasione per un #RitornoAlFuturo!».

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