
Egitto primo acquirente di armi italiane. Il caso Regeni e l’indignazione dei pacifisti
Alla fine, con più di un mese di ritardo rispetto agli obblighi di legge, è finalmente arrivata in Parlamento la relazione annuale del governo sulle autorizzazioni all’export di armi italiane prevista dalla Legge 185 del 1990
Quest’anno il documento parla di autorizzazioni alla vendita per 5,17 miliardi di euro e individua nell’Egitto di Abdel Fattah al-Sisi – lo stesso Egitto dei casi Regeni e Zaki o dei giornalisti e degli oppositori arrestati per motivi politici – il principale acquirente del Belpaese (seguito da Turkmenistan e Regno Unito), con autorizzazioni per 871,7 milioni di commesse, riguardanti in particolare la vendita di elicotteri prodotti dalla Leonardo Spa, l’azienda della difesa e dell’aerospazio il cui maggiore azionista è il Ministero dell’Economia.
«Riteniamo gravissimo e offensivo che sia stata autorizzata la vendita di un così ampio arsenale di sistemi militari all'Egitto, sia a fronte delle pesanti violazioni dei diritti umani da parte del governo di Al Sisi sia per la sua riluttanza a fare chiarezza sulla terribile uccisione di Giulio Regeni», commentano in una nota del 15 maggio Rete Italiano a per il Disarmo e Rete della Pace. «Chiediamo al Governo di riferire il momento del rilascio di tali autorizzazioni per stabilirne la paternità e comunque di sospendere ogni trattativa di forniture militari in corso finché non sia stata fatta piena luce dalle autorità egiziane sulla morte di Regeni».
Rete Italiana per il Disarmo e Rete della Pace precisano di essere riuscite a metter le mani solo sul capitolo introduttivo della relazione, la parte cioè redatta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che aggrega i dati forniti dai singoli ministeri coinvolti nelle autorizzazioni e coordinati dall’Unità per le Autorizzazioni dei Materiali di Armamento (l’Uama è l’autorità creata nel 2012 nell’ambito del Mae per garantire la corretta applicazione della Legge 185). «Tali dati preliminari aggregati – chiariscono le reti – dovranno poi essere ulteriormente analizzati sulla base della documentazione più specifica di ciascun Ministero».
Leggi il comunicato di Rete Disarmo e Rete della Pace
* Immagine di DVIDSHUB, tratta dal sito Flickr. Licenza e immagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite
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