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Mercato nero di organi umani fra i profughi siriani in Turchia. Un'inchiesta da premio

Mercato nero di organi umani fra i profughi siriani in Turchia. Un'inchiesta da premio

Vende un rene per 10.000 dollari (ma l’acquirente, un uomo di origine europea, gliene versa solo la metà, facendo perdere le sue tracce dopo l’intervento); una madre single di tre bambini ha dato via metà del suo fegato per 4.000 dollari. Lo hanno fatto per potersi sfamare e sfamare le loro famiglie: il primo può contare solo su 300 euro mensili; la donna è riuscita a saldare il debito accumulato per l’affitto del suo appartamento, e ha messo da parte qualcosina per i mesi successivi.

Un commercio intollerabile reso ancor più drammatico dal contesto: sta avvenendo fra i rifugiati siriani in Turchia (circa tre milioni di persone). L‘ha reso noto, riferisce l’agenzia Dire del 22 maggio scorso, la corrispondente dell’emittente americana Cbs News, Holly Williams, che con il produttore Haitham Moussa ha realizzato “Selling Organs to Survive” (Vendere gli organi per sopravvivere, ndr), all’interno del documentario “Down to Earth”, e ha vinto l’edizione 2020 del Webby Award for Social, News and Politics, un riconoscimento istituito nel 1996.

Williams e Moussa hanno avviato la loro inchiesta insospettiti da una serie di annunci su Facebook che si rivolgevamo ai rifugiati residenti in Turchia al confine con la Siria proponendo l’acquisto di reni e fegati umani (i profughi scappati dalla guerra in Siria non possono rientrare nel loro Paese e vivono in uno stato di povertà esasperante). I due giornalisti si sono dunque recati in Medio Oriente, dove con telecamere nascoste, sono riusciti a documentare la compravendita di “materiali umani”.

Si tratta di un mercato nero, perché in Turchia la compravendita di organi è vietata dalla legge, a meno che non avvenga tra consanguinei e solo per stati di necessità. Pertanto, i compratori di organi forniscono ai profughi dei documenti falsi con cui presentarsi in ospedale e sottoporsi alle operazioni. Le autorità turche, precisa l’agenzia Dire, sono a conoscenza di questo traffico e starebbero agendo per smantellarlo.

*Rifugiati in Turchia. Foto di Voice of America News, tatta da Commons Wikimedia, immagine originale e licenza

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