
Gli Stati Generali, occasione per dare il via una politica "verde". E il WWF suggerisce un programma
Il WWF, l’associazione ambientalista e animalista nata nel 1961, chiede al Governo di delineare «nell’ambito degli Stati Generali obiettivi vincolanti e una road map su 4 pilastri per la conversione ecologica dell’economia: decarbonizzazione; valorizzazione del capitale naturale del Paese; sostenibilità ambientale; innovazione verde». Road map vincente se si considera che «l’economia ‘verde’ – contestualizza una nota emessa dal WWF in data odierna – ha dimostrato di avere le migliori performance in Europa, anche durante la gravissima crisi economico-finanziaria globale del 2007 e del 2008. Nonostante le gravissime ripercussioni sui Paesi della UE, i dati Eurostat e le stime della Commissione Europea, evidenziano come dal 2000 al 2015 la crescita di posti di lavori verdi in Europa è stata 7 volte superiore a quella del resto dell’economia: grazie a questa performance oggi possiamo contare su 9 milioni di addetti nel settore dell’energia pulita, destinati a raddoppiare entro il 2030. Nel nostro Paese si calcola che siano 432 mila le imprese italiane che hanno investito nella green economy negli ultimi 5 anni con 3,1 milioni di addetti (nel 2018 +3,4% a fronte di un incremento dello 0,5%), il 13,4% degli occupati (X Rapporto Greenitaly 2019)».
Ma che fine ha fatto il Green New Deal, la politica ‘verde’ proposta per l’Italia dal governo Conte? Urge una risposta organica, secondo il WWF, che osserva come l’Unione Europea, dopo aver annunciato (dicembre 19) l’European Green Deal mettendo in campo in campo 1.000 miliardi di euro, in 6 mesi tramite la Commissione ha già presentato le sue proposte per la Climate Law, la Strategia industriale Europea, la Strategia Farm to Fork (filiera agroalimentare) e le Strategia sulla biodiversità. E l’Italia? «Nel nostro Paese ancora manca un disegno complessivo di ampio respiro», associazione ambientalista e animalista.
«Rilanciare l’economia italiana nel segno della sostenibilità e dell’Europa è una sfida che riguarda tutti, per questo il WWF chiede non solo al governo ma anche al mondo delle aziende e a quello del lavoro di operare, insieme, individuando precisi obiettivi strategici capaci di conciliare, l’ambiente, il lavoro e benessere dei cittadini», dichiara la presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi.
Gli Stati generali sono un’opportunità per «definire, con un approccio sistemico e deciso, scelte programmatiche per il futuro dell’Italia scelte programmatiche per il futuro dell’Italia, annunciate dal Governo per settembre, al momento della definizione dell’Aggiornamento al DEF e della nuova Legge di Bilancio 2021». Un’occasione da non perdere, alla quale il WWF vuole contribuire suggerendo «un Decalogo per l’Italia sostenibile da discutere proprio a partire dal confronto che parte domani». Questi i 10 punti:
«1) una legge quadro nazionale sul clima che in Italia manca, con obiettivi ambiziosi di taglio delle emissioni di CO2 e gas serra nel breve, medio e lungo termine e l’introduzione di un energy floor price, un prezzo minimo per i prodotti energetici come la benzina che in via transitoria porti poi alla definizione di una carbon tax;
2) strumenti di sostegno per il rilancio del settore delle energie rinnovabili, anche attraverso procedure efficienti e in tempi certi per autorizzare gli impianti per le fonti rinnovabili, in un quadro di corretta programmazione del territorio, escludendo ogni corsia preferenziale per progetti inerenti ai combustibili fossili;
3) una Politica industriale, che manca da decenni, ed una strategia per l’economia circolare. Una nuova Politica industriale nazionale 4.0 che - in coerenza con quanto chiesto nell’European Green Deal favorisca la decarbonizzazione e la modernizzazione dei settori produttivi energivori (dell’acciaio, della chimica e del cemento); la definizione di linee di interveto verso la giusta transizione per i settori produttivi resource intensive (tessile, costruzioni, elettronica e plastica). Una strategia per l’economia circolare che renda effettiva la responsabilità estesa del produttore (EPR) e introdurre il principio di responsabilità finanziaria per la gestione virtuosa dei materiali da riciclare, recuperare e riutilizzare;
4) un aumento significato della spesa pubblica in R&S, Ricerca per lo Sviluppo sostenibile, che in Italia deve essere significativamente incrementata raggiungendo la Germania - oggi lo Stato italiano destina a questo scopo solo lo 0,5% del PIL mentre la Germania si attesta all’0,82% - dedicando particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e alla decarbonizzazione dell’economia;
5) un grande Piano Nazionale di Restoration, di ripristino e rinaturalizzazione di ecosistemi per valorizzare il capitale naturale blu e verde del Paese (non secondo a quello artistico, culturale ed archeologico), a cui destinare almeno il 10% dei Fondi europei assegnati all’Italia per il rilancio del Paesee dall’European Green Deal e misure economiche e fiscali con: garanzie dello Stato sul credito e il microcredito per i privati che operano sul patrimonio naturale, crediti di imposta per chi promuove i green jobs in questo campo; l’estensione delle detrazioni fiscali dell’ecobonus per l’edilizia anche agli interventi a tutela della biodiversità;
6) un Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che abbia come obiettivi la riduzione del 50% delle sostanze chimiche e del 40% di SAU (Superficie Agricola Utilizzabile) certificata di agricoltura biologica e un intervento sulle aliquote IVA, alzando dal 10 al 22% quella per i prodotti fitosaniari e dal 4% al 10% quella per i fertilizzanti chimici, nonché fissando un’aliquota IVA ribassata al 4% per i prodotti biologici;
7) un grande Programma di investimento per la messa in sicurezza e all’ammodernamento del patrimonio infrastrutturale esistente (trasporto su ferro, logistica, strade) e procedere immediatamente alla realizzazione di un massiccio e diffuso piano di installazione di colonnine per la ricarica fast che favorisca, in particolare nelle città, la mobilità elettrica.
8) il rafforzamento del Codice appalti vigente con norme che garantiscano trasparenza, lotta alla illegalità, rispetto delle regole europee sulla concorrenza e dotare finalmente il Paese di un Piano Nazionale della Mobilità, che aggiorni e superi il Piano generale dei Trasporti e della Logistica del 2001 che abbia come obiettivi la decarbonizzazione nel settore dei trasporti e il potenziamento del Trasporto Pubblico Locale e della mobilità dolce;
9) una politica coordinata di intervento sulle Aree metropolitane per dotare finalmente il Paese di reti di trasporto metropolitano e regionale integrate al servizio della città diffusa e puntare sulla mobilità leggera, in particolare ciclistica, nelle città oltre che sui progetti di City Logistics, Nel contempo riconoscere lo strumento di “bilancio zero” di consumo di suolo per realizzare città più verdi e nel campo della riqualificazione urbana rafforzare l’ecobonus per l’edilizia residenziale pubblica.
10) 100 progetti integrati di rinaturazione lungo i nostri fiumi per ridurre il rischio idrogeologico e nel contempo migliorare lo stato ecologico dei corsi d’acqua e la biodiversità, impiegando effettivamente a questo scopo il 20% dei fondi assegnati alle Regioni, in ottemperanza alla normativa vigente e revisione dei capitolati per l’affidamento lavori per la manutenzione idraulica, eliminando i meccanismi di compensazione previsti che consentono lo scomputo della risorsa legnosa e degli inerti scavati nei fiumi».
*Manifestazione a Nantes, 4 aprile 2009. Foto DocChewbacca tratta da Flickr, immagine originale e licenza
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