
2019: uccisi 212 attivisti per i diritti umani, la terra, l'ambiente
“Il cambiamento”, portale che ha «al centro l'ecologia, il saper fare, i nuovi stili di vita, la decrescita, la permacultura (una sintesi teorica e pratica che sistematizza ed sviluppa gli elementi di diverse scienze ecologiche, ndr), l'efficienza energetica, la bioedilizia e molto altro ancora», rendiconta (30/7) sull’ultimo rapporto del Global Witness, associazione internazionale che si occupa di diritti umani.
«Sono almeno 212 – riassume “Il cambiamento” – gli attivisti per i diritti umani, i diritti alla terra e per la tutela dell'ambiente uccisi nel mondo nel 2019 per le loro iniziative di lotta». «Due terzi degli omicidi – precisa – sono avvenuti in America Latina. L'Ong segnala inoltre come il numero degli ambientalisti uccisi o scomparsi sia sicuramente più alto rispetto ai dati ufficiali».
«La Colombia è il primo Paese al mondo per numero di attivisti per la terra e l'ambiente uccisi nel 2019. Nel paese, si legge nel rapporto di GW, sono stati documentati 64 omicidi lo scorso anno, più che in qualsiasi altro paese. I gruppi indigeni, prosegue il rapporto, sono particolarmente a rischio e coprono la metà degli omicidi registrati, nonostante rappresentino solo il 4,4 per cento della popolazione. Un'alta percentuale degli omicidi documentati, denuncia l'Ong, è da attribuire a gruppi criminali organizzati o paramilitari, molti dei quali hanno preso il controllo di aree precedentemente controllate dalle Farc».
Il programma di sostituzione della coltivazione della coca con altri prodotti, concordato fra Farc e governo nel 2016, «è a rischio in quanto molti contadini non hanno ricevuto i pagamenti promessi. Coloro che hanno sostenuto o partecipato al programma sono stati minacciati dalle organizzazioni criminali e paramilitari, denuncia l'Ong, secondo cui almeno 14 persone lo scorso anno sono state uccise in questo contesto».
Per seguitare con l’America Latina, «la sola regione dell'Amazzonia ha visto 33 morti nel 2019. Quasi il 90 per cento degli omicidi in Brasile (24) è avvenuto in Amazzonia, mentre in Honduras gli omicidi sono saliti da quattro nel 2018 a 14 lo scorso anno, rendendo il Paese il più pericoloso per numero di abitanti. Il settore minerario è quello in cui si è registrato il maggior numero di omicidi, con 50 attivisti uccisi nel 2019. Segue l'agrobusiness con 34 attivisti uccisi. Il disboscamento è stata l'attività che ha visto il maggiore incremento di omicidi a livello globale dal 2018, con un aumento dell'85 per cento degli attacchi contro gli attivisti che si oppongono all'attività e 24 di loro uccisi lo scorso anno. Il 40 per cento delle vittime appartiene a comunità indigene».
*Foto per gentile concessione di Shutterstock, tratta da Medicaldayli.com, immagine originale e licenza
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