
E infine il papa si adattò alle norme anti-Covid
Siccome la goccia scava la roccia, dai e dai anche il papa ha accettato di sottomettersi alle norme antipandemia, ché il virus non rispetta né persone “comuni”, né autorità, seppur autorevoli. In più lingue, la stampa aveva rilevato lo strano comportamento di Francesco, che non indossava la mascherina e fino a qualche giorno fa non rinunciava a “mischiarsi” senza il dovuto distanziamento con persone accorse alle sue udienze generali, stringendo mani, rivolgendo qualche parola agli astanti, perfino baciando le mani a sacerdoti, degni ma vulnerabili come tutti.
Ma infine, all’udienza di ieri, mercoledì 14, ha evitato di salutare personalmente i fedeli. Se n’è giustificato: «Vorrei scendere e avvicinarmi a voi per salutarvi, come faccio normalmente – ha detto al termine dell’appuntamento – ma con le nuove (sic!) prescrizioni è meglio mantenere le distanze». «Capita – ha aggiunto – che quando scendo tutti vengono verso di me e si raggruppano e il problema è che c’è pericolo di contagio. Perciò, ognuno con la mascherina e mantenendo la distanza, possiamo continuare con le udienze» (le quali sono peraltro riprese il 2 settembre dopo sei mesi di fermo per il confinamento). «Scusatemi – ha insistito – se oggi vi saluto da lontano, ma credo che se tutti, come cittadini, osserviamo le prescrizioni delle autorità, questo sarà un aiuto per metter fine alla pandemia».
All’udienza precedente, quella di mercoledì 7 ottobre, papa Francesco ha trasgredito tutte le norme anti-Covid che aveva prescritto il giorno prima il Governatorato della Città del Vaticano. Da lasciare quantomeno stupiti. Perché, tanto per le persone “comuni” quanto per le autorità, seppur autorevoli, non dovrebbe esserci bisogno di prescrizioni legislative per un comportamento universalmente – e da mesi notoriamente – ritenuto il più appropriato per non danneggiare sé e gli altri.
*Foto di Markéta Machová, tratta da Pixabay, immagine originale e licenza
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