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"Fuori le armi nucleari dal nostro territorio", un sorprendente successo

Grande, forse inaspettato successo ha coronato l’iniziativa di 17 bresciani impegnati nel sociale, laici e sacerdoti, che, in occasione della Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio, hanno scritto e diffuso un documento - proponendone la sottoscrizione - perché “L’Italia ratifichi il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari. Dal territorio del nostro Paese siano eliminate tutte le armi nucleari”, e per la sospensione dei lavori di ampliamento della base di Ghedi (BS) dove dovrebbero essere ospitati gli F35 in grado di trasportare i nuovi ordigni atomici.

La raccolta delle firme è terminata il 31 gennaio (ultimo giorno del Mese della Pace). Il 9 febbraio i promotori hanno presentato il resoconto dell’iniziativa con un comunicato cui allegano un elenco di firme lungo una ventina di pagine, qualche migliaio. «Nata con l'obiettivo di coinvolgere il più possibile il mondo cattolico bresciano», specificano, «l'iniziativa, ha avuto risultati molto positivi». Il documento di cui si facevano promotori, «è stato sottoscritto dalle Acli provinciali e da 56 circoli locali delle Acli, dall’Azione Cattolica diocesana e da diversi gruppi parrocchiali di AC, dalla Cooperativa cattolico-democratica di Cultura, dal Movimento dei Focolari, da Pax Christi, dalle Comunità missionarie dei saveriani e dei comboniani, da altri gruppi missionari locali, dalla S. Vincenzo, dagli Scout, da diversi gruppi della Caritas, dalle suore Mariste, dalle suore canossiane, dalle suore Paoline, da Noi Siamo Chiesa, da Mani Tese, dalla rete Radié Resch e da altre realtà locali; poi da diverse decine di parrocchie e di Unità Pastorali, da una quarantina di sacerdoti a titolo personale; poi ancora da esponenti del mondo universitario, della società civile, del volontariato».

«Inizialmente – si legge ancora nel comunicato - non pensavamo di raccogliere adesioni singole e volevamo privilegiare solamente l'associazionismo, ma poi spontaneamente ne sono giunte a centinaia. Come pure molti, sia singoli che associazioni, hanno chiesto da altre province di poter sottoscrivere il documento». È così che sono arrivate le firme (tanti i sacerdoti, i religiosi e le religiose) dall’Italia intera. Qualche esempio fra i nomi più noti: p. Alex Zanotelli, il missionario comboniano ora direttore della rivista “Mosaico di pace”; Rocco Altieri, studioso del pensiero legato alla nonviolenza; Antonino Drago, esponente della nonviolenza italiana, già docente di Fisica presso l’Università Federico II di Napoli; Alessandro Marescotti, di Taranto, insegnante, tra i fondatori di Peacelink; Giuseppe Florio, teologo e biblista.

Che il mondo cattolico e culturale bresciano sia in fermento sull’argomento bando alle armi nucleari è dimostrato anche dalla notizia di cui riferisce il comunicato. «Alla vigilia dell'entrata in vigore del Trattato Onu (22 gennaio 2021) è arrivato anche un documento del vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, che sottoscriveva la richiesta al Governo e al Parlamento italiano di ratificare il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari e invitava "gli artigiani della pace" a continuare con coraggio nella loro attività».

E «un documento di piena condivisione dell'iniziativa» dei 17 promotori «è giunto anche da mons. Domenico Sigalini, di Dello (BS), vescovo emerito di Palestrina, assistente nazionale dell'Azione cattolica italiana dal 2007 al 2014, organizzatore con Giovanni Paolo II delle Giornate Mondiali della Gioventù».

 

Le prossime mosse

L’iniziativa dei cattolici bresciani ha un futuro. « Consegneremo il nostro documento, con in calce tutte le adesioni, associative e singole, ai parlamentari bresciani, al sindaco di Brescia e al presidente del Consiglio Comunale di Brescia, al presidente della Provincia di Brescia, al sindaco di Collebeato come rappresentante dei 54 Sindaci bresciani che hanno aderito alla campagna "Italia Ripensaci", al prefetto, al sindaco di Ghedi: ad ognuno chiederemo di attivarsi, nella parte di propria competenza, per il perseguimento degli obiettivi indicati nel documento».

Inoltre, «copia del documento con tutte le adesioni verrà consegnata anche al vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, cui chiederemo di far sentire la sua voce affinché la Conferenza Episcopale Italiana si esprima in modo chiaro e netto nella richiesta al Governo e al Parlamento del nostro Paese di ratificare il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari».

*Le uniche bombe che vogliamo. Foto tratta da Pixabay, immagine oirignale e licenza

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