Nessun articolo nel carrello

Francesco in Iraq: un viaggio fra conflitti, dialogo e promozione dei diritti umani

Francesco in Iraq: un viaggio fra conflitti, dialogo e promozione dei diritti umani

Tratto da: Adista Notizie n° 7 del 20/02/2021

40543 ROMA-ADISTA. Dal 5 all’8 marzo papa Francesco sarà in Iraq, Paese chiave del grande rebus mediorientale negli ultimi trent’anni. Terra attraversata da conflitti internazionali dalle interminabili conseguenze (le due guerre del Golfo del 1990 e del 2003 poi la guerra scatenata dall’Isis, 2014-2017) e da conflitti interni causati da rivalità etniche alimentate costantemente dalle potenze regionali dell’area, l’Iraq è scosso da anni da un terrorismo devastante e dall’azione di eserciti e milizie interne di cui sono vittime soprattutto le popolazioni civili. Ancora alla fine di gennaio, un doppio attentato suicida avvenuto a Baghdad e rivendicato dall’Isis – «un insensato atto di brutalità» secondo la definizione di papa Francesco – ha provocato più di 35 vittime.

Per questo, fra i vari appuntamenti del viaggio pastorale del pontefice, è prevista anche una «Preghiera di suffragio per le Vittime della guerra» a Mosul, città rimasta a lungo sotto il controllo dello Stato islamico.

Ma di certo la trasferta irachena di Bergoglio, assume un significato particolare in ragione delle tappe previste dal programma della visita in un percorso fra geopolitica, fede e dialogo interreligioso. Il Papa infatti sarà a Baghdad, quindi a Najaf, città santa degli sciiti, dove incontrerà il grande ayatollah Ali al Sistani, poi a Erbil, nel Kurdistan iracheno, quindi a Mosul e Qaraqosh (nella piana di Ninive) dove vivono comunità cristiane che hanno sofferto per le persecuzioni dell’Isis, l’alta conflittualità interna del Paese, la conseguente crisi economica che ha indotto molti a migrare.

Fratellanza, guerre e pandemia

«Siete tutti fratelli» è, non a caso, il motto del viaggio del vescovo di Roma (tratto dal Vangelo di Matteo) che si fermerà anche a Nassirya e nella piana di Ur. D’altro canto il tema della fratellanza è il filo conduttore che caratterizza il magistero del papa in questa fase del pontificato, e appunto in Iraq una parola tanto carica di significati viene messa a dura prova dalle circostanze storiche e politiche. Ha scritto in proposito il direttore della Civiltà Cattolica, p. Antonio Spadaro: «Il Pontefice ha identificato in questi mesi di lockdown e di crisi sanitaria mondiale un chiaro punto focale della sua missione: la fratellanza umana, per la costruzione della quale le religioni possono offrire un “prezioso apporto”. Per questo ha deciso di ripartire da Baghdad. Un filo tiene legata la piazza San Pietro – che, in piena pandemia, il 27 marzo ha visto Francesco pregare da solo per il mondo – e i luoghi della Mesopotamia, culla della civiltà antica, profanata dalle violenze dello Stato Islamico, dai conflitti regionali e internazionali, dalla persecuzione dei cristiani, dall’esodo di massa di tantissimi iracheni in cerca di una vita migliore».

L’appello per Makhmour

In questa prospettiva, da registrare pure l’appello – di cui ha dato notizia Adista online del 7/2/21 – rivolto al pontefice nelle settimane scorse da oltre 250 personalità della politica, dell’associazionismo, della cultura, affinché Francesco trovi il modo di incontrare, nel corso della visita, «anche i profughi del campo di Makhmour, nella provincia di Mosul, e le comunità yazide di Sinjar, nell’Iraq nord occidentale, al confine con la Siria». Nel campo di Makhmour, vivono circa 14mila profughi sfuggiti all’esercito turco negli anni ‘90; «i droni turchi – si legge nel testo dell’appello firmato fra gli altri da Raniero La Valle e Moni Ovadia – hanno bombardato il campo più volte e l’Isis ha fatto frequenti incursioni armate uccidendo e seminando il terrore tra la popolazione. A questo, si è aggiunta recentemente la pandemia da coronavirus che ha già mietuto le prime vittime».

A Najaf lo storico incontro con al Sistani

A Najaf, Francesco avrà invece modo di dialogare con l’ayatollah al Sistani, autorevole guida spirituale dell’islam sciita il cui ruolo è riconosciuto anche in Iran. Il colloquio con il leader sciita rappresenta per il Papa l’incontro con l’altra metà del mondo musulmano, dopo aver firmato l’importante «Documento sulla Fratellanza umana» con Ahmad al Tayyeb, grande imam di al Azhar, il centro teologico e universitario più prestigioso dell’islam sunnita nel febbraio del 2019.

Ancora non è dato sapere se Francesco sottoscriverà lo stesso documento anche con al Sistani; certo sarebbe un fatto di assoluta rilevanza poiché nel testo oltre all’impegno reciproco per la pace e la fratellanza dei rappresentanti delle varie religioni, si afferma il primato dei diritti umani e del principio di cittadinanza a prescindere dall’appartenenza a una determinata tradizione religiosa. Per, questo si auspica parallelamente il superamento del termine «minoranze», giudicato discrimi- natorio dato che «porta con sé i semi del sentirsi isolati e dell’inferiorità; esso prepara il terreno alle ostilità e alla discordia e sottrae le conquiste e i diritti religiosi e civili di alcuni cittadini discriminandoli». Non si dimentichi, infine, che, secondo quanto riferisce Amnesty international, l’Iraq è il quarto paese al mondo per numero di esecuzioni dopo la Cina, l’Iran e l’Arabia Saudita. Il tema dei diritti umani insomma è terribilmente attuale.

Da rilevare, in tale quadro, il ruolo svolto dal patriarca di Baghdad, il card. Louis Raphael Sako, che si è battuto in questi anni per la piena cittadinanza di tutti gli iracheni, l’indipendenza del Paese, la fine delle violenze delle milizie e dell’Isis contro i cristiani, la convivenza e il dialogo fra le religioni. «Per quanto riguarda la nostra patria, l'Iraq – afferma il patriarca nel recente messaggio diffuso per la Quaresima – manteniamo il nostro impegno a plasmare il suo futuro. Gli iracheni hanno recentemente sopportato enormi difficoltà e dolori a causa della crisi politica, economica, sociale e sanitaria causata dall'epidemia di coronavirus. Il mistero pasquale ci avvicina a Dio e al prossimo». «Da una tale prospettiva – afferma ancora il cardinale – i cristiani hanno un ruolo importante nel rafforzare la fratellanza, impegnandosi con altri cittadini per costruire un Iraq moderno, democratico e civile che garantirà il rispetto della legge e imporrà giustizia e uguaglianza per tutti, indipendentemente dall'appartenenza religiosa ed etnica. L'Iraq deve diventare uno Stato che rispetta la diversità, preserva l'unità e si allontana dal settarismo».

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.