Nessun articolo nel carrello

"Il futuro dell'acqua non è in Borsa": dibattito online con Zanotelli e Maraini

In occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, lunedì 22 Marzo, alle ore 18.30 il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua organizza, su Zoom, il dibattito on line “Il futuro dell’acqua non è in Borsa” a cui parteciperanno: Pedro Arrojo-Agudo (Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul Diritto Umano all'Acqua Potabile e ai Servizi Igienico-sanitari), Dacia Maraini, “la signora dell'acqua” per il suo costante impegno a difesa di questo bene comune, padre Alex Zanotelli (Missionario Comboniano), Emilio Molinari (Ambientalista e storico attivista del movimento per l'Acqua), Luca Celada (Giornalista) e Renato Di Nicola (Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua).

“Diamo valore all'acqua” è il tema con cui le Nazioni Unite, ricorda il Forum, hanno deciso di caratterizzare la Giornata Mondiale dell’Acqua 2021. «È necessario considerare i beni comuni, a partire dall’acqua, come un valore fondante delle comunità e della società senza i quali ogni legame sociale diviene contratto privatistico e la solitudine competitiva l’unico orizzonte individuale», osserva l’organismo. Contravviene a questa considerazione il fatto, «molto preoccupante», che l’acqua, «come una qualsiasi altra merce, da dicembre è scambiata nel mercato dei “futures” della Borsa di Wall Street».

«La quotazione dell’acqua in Borsa – sottolinea il comunicato di invito del Forum – segna un prima e un dopo per il bene più prezioso della natura e, di fatto, si configura come una minaccia reale per tutta l’umanità e per la prosecuzione della vita stessa sulla Terra. Sottoporre l’acqua alla speculazione finanziaria apre a scenari che inevitabilmente porteranno all’emarginazione di territori, popolazioni, piccoli agricoltori e piccole imprese».

La crisi ecosistemica, climatica, economica, sociale e l’emergenza sanitaria, leggiamo nel comunicato,  «impongono una radicale inversione di rotta e un approccio innovativo volto alla tutela, alla difesa e alla “cura” (intesa come forma di “interessamento solerte e premuroso per un oggetto, che impegna sia il nostro animo sia la nostra attività”) dei beni comuni, dell'acqua e dell'ambiente che si dovrebbe basare sulla partecipazione diretta delle comunità territoriali alle decisioni, in quanto esercizi di democrazia fondamentali per orientare le politiche di sviluppo locale e costruire scenari di giustizia sociale ed ambientale. Inoltre, la crisi idrica, aggravata dal surriscaldamento globale e dai relativi cambiamenti climatici, ha fatto emergere le responsabilità di una gestione privata che punta esclusivamente alla massimizzazione dei profitti».

*Foto tratta da pixnio.com, immagine originale e licenza

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.