
Sud Sudan: arcivescovo di Juba contro la pena di morte
Alle sentenze capitali sono preferibili pene come l’ergastolo. Ne è più che certo l’arcivescovo di Juba (capitale del Sud Sudan) mons. Stephen Ameyu, che il 27 giugno scorso, riferisce l’agenzia Cisa, durante un’omelia a Santa Teresa a Kator, ha dichiarato di volersi impegnare, coinvolgendo le istituzioni politiche e giudiziarie del Sud Sudan, per raggiungere finalmente l’abolizione della pena di morte nel più giovane Paese d’Africa. «In quanto cattolici» – ha detto l’arcivescovo – faremo pressione per istituire l'ergastolo al posto della pena capitale: «Tutti noi abbiamo bisogno della vita e la vita è il dono di Dio, un dono molto sacro, e nessuno dovrebbe toglierlo».
«Il libro della Sapienza ci dice che la vita viene da Dio, e da nessun altro, non da tuo padre, non da tua madre... Siamo amministratori di questa vita che Dio ci ha dato, dobbiamo difenderla, dobbiamo proteggerla», ha concluso Ameyu.
Ricorda inoltre l’agenzia Cisa che «secondo Amnesty International il Sud Sudan ha eseguito esecuzioni ogni anno, ad eccezione del 2014. La pena capitale in Sud Sudan è coperta dalla legge sul codice penale. Consente l'esecuzione di persone in caso di condanne per reati quali omicidio, terrorismo, traffico di droga e tradimento».
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