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È morta Minette Macioti, sociologa appassionata delle periferie della storia

È morta Minette Macioti, sociologa appassionata delle periferie della storia

Tratto da: Adista Notizie n° 28 del 24/07/2021

 

40752 ROMA-ADISTA. Era una amica di Adista – da decenni con disponibilità e generosità pubblicava sulla nostra rivista – ma soprattutto era una studiosa di grande valore. È morta a Roma, il 10 luglio scorso, Maria Immacolata Macioti, “Minette” come la chiamavano amici e familiari.

Nata a Roma nel 1942, si era laureata in Filosofia alla Sapienza. Ha poi lavorato nello stesso ateneo, divenendo docente in Sociologia dei Processi culturali e comunicativi. Si è interessata soprattutto di Sociologia Generale, materia che ha insegnato per anni, ma anche di altre branche della Sociologia, come la Sociologia Urbana, all’interno della quale ha prodotto studi e ricerche su borgate e periferie romane.

Sin dagli anni ‘70, infatti, Macioti aveva iniziato a collaborare con Franco Ferrarotti, uno dei “padri” della sociologia in Italia. Con lui, in particolare (ma anche con Gerardo Lutte, ex salesiano divenuto punto di riferimento dei baraccati di Pratorotondo, poi per decenni docente nella stessa facoltà di Sociologia dove insegnava Macioti), si era occupata delle periferie romane e delle trasformazioni intervenute nel dopoguerra nella capitale, con particolare attenzione alle borgate e alle baraccopoli, un punto di vista necessario per far cadere il mito della città omogenea che si sviluppava in maniera armonica ed equilibrata. Aveva studiato il nuovo ruolo sociale assunto dal semi-proletariato urbano, dato che, a partire dagli anni sessanta, aveva animato le lotte per la casa, esperienza significativa della nuova coscienza politica e sociale degli abitanti delle borgate e delle baracche. In particolare aveva conosciuto e studiato da vicino la realtà del quartiere Alessandrino, dell’Acquedotto Felice, del Quarticciolo, della Magliana Nuova, ma si è interessata anche di Acilia e di Corviale.

Con il nostro settimanale Macioti si era trovata soprattutto sull’approccio laico al fenomeno religioso, cui si era dedicata affrontando i temi della Sociologia delle Religioni, materia che ha anche insegnato. Direttore, dal 2013, per la casa editrice Aracne della collana “Religioni e società”, era anche segretaria di redazione de La critica sociologica, diretta da Ferrarotti, e di molte altre riviste. Per l’ANRP (Associazione Reduci dalla Prigionia) dirigeva il dipartimento “Rifugiati vittime di guerra”. Collaborava con la ex Discoteca di Stato, ora ICBSA.

Il fil rouge dei suoi interessi di studiosa sono stati gli strati sociali emarginati. Abitanti delle baracche e delle borgate, emigranti, nuovi immigrati, minoranze religiose, rifugiati e perseguitati: gli studi e le pubblicazioni di Macioti – che è stata anche alla direzione del Master Immigrati e Rifugiati della Sapienza – si sono sempre concentrate sulle “periferie della storia”. Tra i suoi tanti libri ricordiamo Periferie da problema a risorsa (con Ferrarotti, Roma, Sandro Teti editore, 2009), Il fascino del carisma (Napoli, Liguori, 2009: si tratta di uno studio sul leader della Soka Gakkai, Daisaku Ikeda; del movimento hiunduista Ananda, Swami Kriyananda; e della Comunità di Damanhur, in Piemonte, Oberto Airaudi), Il genocidio armeno nella storia e nella memoria (Nuova Cultura, 2012), uscito anche in traduzione armena nel 2015, e L’Armenia, gli armeni. Cento anni dopo (Napoli, Guida, 2015), Genocidi e stermini di massa. Il Novecento a confronto (Napoli, Guida, 2015).

Fotogramma della professoressa Maria Immacolata Macioti tratto da un’intervista di Aracne Tv del 27 novembre 2014, © Aracne Tv; fonte: YouTube

 

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