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Cile: verso la depenalizzazione parziale dell'aborto

Cile: verso la depenalizzazione parziale dell'aborto

Con 75 voti favorevoli, 68 contrari e due astenuti, i deputati cileni hanno approvato, il 28 settembre, un disegno di legge che depenalizza l'aborto fino a 14 settimane di gravidanza in caso di pericolo per la vita della madre, del bambino o di stupro. Il testo deve ancora passare ancora al vaglio del Senato. Il Ddl è stato presentato nel 2018 dall'opposizione di sinistra per evitare una pena detentiva per le donne che scelgono di abortire, come da legge approvata sotto la dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990).

«La depenalizzazione dell'aborto è approvata! È per tutte le donne e le donne incinte che sono state perseguitate e criminalizzate, soprattutto se hanno poche risorse finanziarie», ha esultato su Twitter la deputata comunista Camila Vallejo, una delle promotrici del testo. Si tratta però di una depenalizzazione assai parziale: secondo le associazioni, il tipo di aborto ammesso rappresenta solo il 3% delle migliaia di aborti illegali che avvengono ogni anno in questo Paese di 18 milioni di abitanti.

Secondo una breve panoramica pubblicata sull’Afp, in America Latina, l'interruzione volontaria della gravidanza è legale in Uruguay, Cuba, Argentina, Città del Messico e tre stati messicani. È totalmente vietato in El Salvador, Honduras, Nicaragua, Repubblica Dominicana e Haiti. In altri Paesi dell'America Latina, l'aborto è consentito solo nei casi in cui la vita della donna è in pericolo, o in alcuni casi se c'è stato stupro o il feto non è vitale.

*Foto tratta da barsen/Flickr, immagine originale e licenza

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