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Precisazioni riguardo a una notizia sugli Araldi del vangelo

Precisazioni riguardo a una notizia sugli Araldi del vangelo

Riceviamo con richiesta di pubblicazione

Ho letto l’articolo da voi pubblicato il 22 u.s., “Araldi del Vangelo: scacco (matto?) al Vaticano”, firmato dal sig. Valerio Gigante. Fa seguito ad altre pubblica-zioni dello stesso autore sul “Decreto” del card. Braz de Aviz (del 22/6/2021), riguar-do all’accoglienza di minori nelle case dell’Associazione (10/9, 25/9 ed anche 1/10). Come canonista consultoredel Presidente dell’Associazione Privata di Fedeli, vi chiedo di prendere in considerazione alcuni elementi che mancavano all’autore di queste recensioni.Osservatore acuto e in alcune cose molto ben informato (una sen-tenza di un tribunale locale, nella piccola cittadina di Caieiras, in Brasile, è subito arrivatasul suo tavolino, a Roma), avrà modo di formarsi un’idea veritiera sullarealtà ecclesiale degli Araldi del Vangelo, presentiin 78 paesi, centinaia di diocesi, migliaia di parrocchie, presso le quali lavorano in comunione con tantissime altre realtà. Perché la Chiesa è comunione e non continua diffidenza fra battezzati. Il “Decreto” del card. Braz de Aviz in analisi, in verità, è una “Decisione” presa “dalla Congregazione” (secondo la lettera del Prefetto del 22/6/2021) e da lui comu-nicata al Commissario Pontificio per gli Araldi, card. Raymundo Damasceno Assis. Il card. Damasceno, non solo come conoscitore da tanti anni degli Araldi, ma ancor più come Commissario, in un primo momento aveva detto che le informazioni a cui il card. Braz de Aviz faceva riferimento non potevano essere veritiere; e dunque valendosi delle possibilità che la legge canonica concede all’esecutore di un atto am-ministrativo (canone 41), non aveva intenzione di applicare la “Decisione”. Cosa tanto frequente nella Chiesa, che la legislazione lo prevede. E abbiamo tanti episodi recenti, anche di papa Francesco, secondo i quali informazioni incomplete arrivate a Roma, alla più alta autorità, non corrispondono alla verità dei fatti. Facciamo riferimento, per citarne uno, allo scandalo Karadima-Juan Barros, sul quale il Santo Padre aveva affermato parecchie volte l’inesistenza di prove, finché poi le prove sono apparse. E a quel punto il papa ha cambiato decisione. “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”, proverbio che trova origine in frasi di S. Agostino, S. Bernardo ed altri. Il papa non è diabolico, dunque ha cambiato decisione senza indugio e non per questo la sua autorità è stata messa in dubbio dai cattolici,poiché, come spiega S. Tommaso d’Aquino,sulle decisioni basate su informazioni altrui, l’errore può sempre esserci: “In aliis vero sententiis quae ad particularia facta pertinent, ut cum agitur de possessionibus, vel de criminibus, vel de huiusmodi, possibile est iudicium Ecclesiae errare propter falsos testes” (Quodlibet IX, questio 8, res) – Nelle decisioni riguardanti fatti concreti il giudizio della Chiesa può incorrere in errorea causa di false testimonianze. E per Chiesa intendiamo gli uomini di Chiesa: presbiteri, vescovi, cardinali, papi. La falsità può essere colpevole o semplice ignoranza, dunque per niente delittuosa. Nel caso in analisi, il Prefetto della Congregazione ha preso la suddetta “Deci-sione” basandosi (secondo quanto da lui stesso dichiarato) su “numerose comunica-zioni qui inviate dai genitori dei bambini e dei giovani inseriti nell’orbita dell'Asso-ciazione Araldi del Vangelo” (grassetto nostro). Ora TUTTI i “genitori e responsabili legali degli studenti minorenni che soggiornano nelle case degli Araldi del Vangelo” (2.579 in tutto il mondo), hanno consegnato al card. Commissario, in data 15/8/2021, una “raccolta firme” in cui manifestavano laloromeraviglia, poiché “tali ‘comunicazioni’ NON SONO STATE inviate da NESSUNO di noi firmatari, re-sponsabili legali e genitori di minori che soggiornano nelle case degli Araldi del Vangelo, per desiderio dei nostri figli e con il nostro consenso; oltre al fatto che non ci sentiamo esclusi dalla vita dei nostri figli e che nemmeno siamo privati del contatto con loro” (grassetto nostro). Dunque, tutti i sospetti sollevati dal card. Braz de Aviz nella sua “Decisione” cadono da sé.“Allegare nihil et allegatum non probare, paria sunt”, che possiamo tradurre come “Non accusare di niente e non provare le accuse sono la stessa cosa”. Non ci sono prove delle supposizioni del Prefetto riguardo a “disciplina rigida”, “e-sclusione della vita di famiglia”, “pericolo di abuso di coscienza” e di “plagio nei confronti di minori”. Quindi devono essere considerate mere elucubrazione fatte a tavolino, lontano dalla realtà del lavoro di formazione degli Araldi del Vangelo. E ancora. Il card. Damasceno, in un secondo momento (18/10/2021), ha promulgato un “Decreto” di applicazione della “Decisione”, senza spiegare i motivi né dare giustifi-cazioni di questo mutamento di opinione. I genitori, lesi nei loro inalienabili diritti di provvedere liberamente a un’educazione cristiana dei figli, come la stessa legge canonica dichiara (“è necessario che i genitori nello scegliere le scuole godano di vera libertà”, c. 797, grassetto nostro; anche cc. 226, 796), hanno allora voluto consegnare di persona al card. Com-missario la raccolta di firme sopra riferita, e sono stati accolti. Cosa che, dispiace cer-tificare, mai è stata concessa dal card. Braz de Aviz agli stessi genitori e tantomeno ai responsabili degli Araldi, in tutta questa vicenda di Visita Apostolica e di Commissa-riamento. In tale conversazione, il card. Commissario haribadito la veracità degli asserti dei genitori e ha manifestato che, una volta inoltrata al card. Braz de Avizuna “remonstratio” canonica dal Presidente degli Araldi, lui, card. Commissario, non a-vrebbe preso nessuna decisione in più. Non ci dilungheremo qui sulla legittimità pre-vista nell’ordinamento canonico, di tale ricorso contro una decisione di una qualsiasi autorità; è previsto anche un foro per accogliere questi ricorsi. Ed utilizzare un ricorso legale contro una decisione di un cardinale-prefetto non ha niente a che fare con uno strappo nella piena comunione ecclesiale di chi così agisce, in difesa dei diritti che considera lesi (c. 221). E ancora. In Colombia, dove il card. Damasceno si è recato, i genitori degli studenti di quel paese si sonoriuniticon il porporato davanti a una “Camera di Conciliazione” il 29/9/2021, e tutti (Commissario, genitori, rappresentanti delle scuole coinvolti e rap-presentanti degli Araldi) hanno firmato un “Accordo di Conciliazione”, in cui il car-dinale dichiara di non avere in Nunziatura denunce o altre segnalazioniche vadano nel senso di quelleincluse nella “Decisione” del card. Braz de Aviz; neanche di qualsiasi altra condotta che possa portare a sollevare dubbi sul lavoro del “Progetto Educati-vo”svolto in collaborazione con gli Araldi, di cui i minori beneficiano. Per questo, il card. Commissario ha dichiarato (e sottoscritto) di impegnarsi ad “elevare alla Santa Sede le ragioni della sua discordanza” con il Decreto del card. Braz de Aviz. Anzi, lui stesso, card. Commissario,ha presol’impegno(e l’ha fatto in tempo) di informare pub-blicamente di questo “Accordo di Conciliazione”, il quale rende inapplicabile il De-creto del card. Braz de Aviz in Colombia. Inoltre. La Giustizia dell’Equadorè stata informata dei decreti cardinalizisu richiesta di alcuni genitori e in data 7/10/2021 è stata pronunciata una sentenza di Misura Caute-lare con cui si sospende “qualsiasi forma di applicazionein Equador” delle suddette decisioni, perché “minaccianodi violare i diritti costituzionali”. Il giudice ordina agli Araldi di desistere da qualsiasi atto che miriall’applicazione dei decreti in Equador. E per assicurare l’adempimento e l’esecuzione della Misura Cautelare, delega “La De-fensoría del Pueblo” a garantire i diritti nazionali. La sentenza del Tribunale di Caieiras, che tanto scalpore sembra aver generato nell’autore della pubblicazione di ADISTA, s’inserisce in questa limpida realtà dei “Progetti Educativi” in cui gli Araldi del Vangelo, in collaborazione con genitori e scuole private, sono impegnati in parecchi paesi, per il bene dei minori,tante volte indigenti ed in situazioni di rischio. Progetti che non portano a nessun “abuso di co-scienza”, néintaccano “l’indispensabile rapporto con i genitori”, né nessuna delle altre ragioni assunte (senza prove) dal card. Braz de Aviz a Roma, lontano dai luoghi dove questi Progettisi svolgono. Niente di più semplice che un cardinale di Curia male informato (per sbaglio, per confusione, per colpevolezza altrui…), ritorni su un’imbarazzante decisione (si può dire affrettata). “Veritas liberabit vos” (Gv 8, 32) dichiarava il nostro Salvatore ai giudei che “cercavano di ucciderlo” (Gv 7, 1). Quando la malvagità s’impossessa di un cuore, la verità non vi trova spazio. Siamo certi non sia il caso né di ADISTA, né del Sig. Va-lerio Gigante, né del card. Braz de Aviz. Per questo vi chiedo cortesemente di pubbli-care i presenti chiarimenti, per il bene dei lettori. 26 di ottobre 2021, memoria di S. Antonio Maria Claret, “modello per tutti”, secondo Pio XII, perché,sebbene “calunniato eammirato, festeggiato e perseguitato”, fra le altre virtù,ha sempre saputo mantenersi “nella presenza di Dio” (AAS 42 [1950], 480).

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