
È uscito il nuovo numero del “tetto”. Che ricorda Giovanni Avena
NAPOLI-ADISTA. È uscito il nuovo fascicolo (n. 346) del «tetto», la storica rivista fondata e diretta da Pasquale Colella e attualmente coordinata da Nicola Iasiello (www.iltettorivista.it, email: iltettorivista@gmail.com). Fra i contributi presenti nel fascicolo, oltre all’editoriale del direttore Colella (Fedeltà al Concilio Vaticano II per essere fedeli al Vangelo), articoli di Giuseppe Avallone (Essere cristiani nella Chiesa cattolica oggi) di Giuseppe Improta e Giovanni Squame sui primi atti del vescovo di Napoli e l’avvio del Sinodo e di Sergio Lariccia sul principio di laicità.
C’è anche un bel ricordo della redazione del tetto del nostro Giovanni Avena, che pubblichiamo di seguito
«Giovanni Avena, nato a Palermo nel 1938, prete “disobbediente” come si definisce lui stesso, è morto a Roma il 4 settembre scorso, assistito dalla moglie. Attento alle prospettive di apertura della Chiesa conciliare al mondo contemporaneo, Avena, come molti altri giovani preti che si formarono ed operarono in quegli anni, spesso ostacolati dalla gerarchia per le loro posizioni politiche e pastorali, si impegnò intensamente per rendere concreta la vicinanza della chiesa alla realtà degli ultimi.
A Palermo, la sua parrocchia confinava con l’ospedale psichiatrico: lottò insieme con le famiglie dei reclusi (tale era di fatto il loro stato) rivendicando condizioni di vita umane e riuscì a liberare i bambini, anche essi detenuti in quella realtà. Rimosso da parroco, lasciò Palermo. Nel 1977 fu accolto in diocesi di Frascati da mons. Liverzani; andò ad abitare a Roma dove incontrò il gruppo che aveva fondato Adista nel 1967. Sul finire del secolo, con il nuovo vescovo mons. Matarrese, lasciò Frascati e si allontanò, di fatto, dal sacerdozio.
Dall’incontro con Adista nel 1978 partì una lunga collaborazione che in breve lo vide come direttore editoriale per oltre 40 anni. Adista era nata come agenzia giornalistica sostenuta della sinistra indipendente, con l’obbiettivo di rendere pubblici i comportamenti e gli interessi del Vaticano, della gerarchia ecclesiastica, delle istituzioni religiose. Giovanni Avena volle operare una rivoluzione giornalistica che puntava a dare voce non solo agli alti gradi delle gerarchie vaticane ma anche alle esperienze comunitarie che nascevano nel popolo di Dio. Il suo impegno si traduceva anche in viaggi in tutta l’Italia sia per diffondere la rivista, sia per incontrare gruppi o singoli, intellettuali della sinistra cristiana, giornalisti, vaticanisti. Da quegli anni Adista divenne, nelle sue molteplici edizioni, uno strumento informativo insostituibile per la comunicazione religiosa.
Con la passione e l’impegno di Giovanni Avena si è imposta una informazione “dal basso”, senza ritrosie o mistificazioni, che parli tanto delle “opere di religione” della banca vaticana, quanto delle tante “opere di religione” di coloro che, nel Nord e nel Sud del Mondo, si battono per una Chiesa “altra”».
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!