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"La grande ipocrisia": su "Vita Pastorale" l'appello di mons. Ricchiuti contro le armi

Sul numero di febbraio di Vita Pastorale, mons. Giovanni Ricchiuti (vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente nazionale di Pax Christi) denuncia l’assenza, nella Chiesa attuale, di «una catechesi attenta al Vangelo della pace».

Il 31 dicembre scorso, racconta mons. Ricchiuti nell’articolo, durante un incontro di Pax Christi con Carlo Rovelli (fisico teorico e saggista), mons. Luigi Bettazzi (presidente emerito di Pax Christi internazionale) e Andrea Monda (direttore de L’Osservatore Romano), si citava l’appello dei 50 premi Nobel contro le spese militari, raddoppiate dal 2000 a oggi delineando «una corsa agli armamenti in crescita esponenziale», con il conseguente «colossale dispendio di risorse che potrebbero essere utilizzate a scopi migliori».

I Nobel proponevano ai governi degli Stati membri Onu di «avviare trattative per una riduzione concordata della spesa militare del 2 per cento ogni anno, per cinque anni» al fine di liberare risorse – «il cosiddetto “dividendo della pace”» – corrispondenti a circa mille miliardi di dollari Usa entro il 2030.

«Come non condividere questo appello?», si chiede il vescovo, ricordando anche l’appello di papa Francesco per la Giornata mondiale della Pace 2022 a spostare risorse dalle armi all’istruzione e all’educazione dei giovani.

Il presidente di Pax Christi invoca «scelte concrete di pace», convertendo una certa politica «sorda a questi temi» e i numerosi e grandi interessi del settore. «Come ci dice il Vangelo».

«Diamo risonanza all’appello dei 50 premi Nobel», invita infine Ricchiuti, «e ricordiamo la Populorum progressio: “Quando tanti popoli hanno fame, ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo il dovere di denunciarlo. Vogliano i responsabili ascoltarci prima che sia troppo tardi” (n. 53)».

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