
Pace, accoglienza e solidarietà: l'appello delle suore scalabriniane
La ricetta delle suore missionarie di San Carlo Borromeo (anche note come scalabriniane) per affrontare l’attuale crisi in Ucraina si compone di tre ingredienti principali: pace, accoglienza e solidarietà. «Se non si dovesse raggiungere una tregua nei 27 Paesi dell’Unione Europea sono attesi circa 7 milioni di rifugiati», spiega in un comunicato di oggi suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale dell’istituto religioso, particolarmente dedito, sin dalla sua fondazione, all’assistenza di migranti e rifugiati. «In Ucraina sono poco meno di 300mila le persone che hanno passato il confine con la Polonia, altri 200 mila sono già in Ungheria, Moldavia, Romania e Slovacchia. L’Europa è, ancora una volta, colpita al cuore. Il mondo è con il fiato sospeso. Ciò che possiamo fare è continuare ad accogliere, essere solidali e pregare». Secondo suor Neusa, quella che l’Onu definisce come «la peggiore crisi umanitaria che ha colpito l’Europa negli ultimi decenni» non rappresenta altro che una ulteriore «dimostrazione che l’intero pianeta deve mobilitarsi per la pace» e per l’assistenza immediata, di fronte alla crisi umanitaria e alla devastazione provocate dalla guerra. «Facciamo nostri gli appelli di papa Francesco – invita la superiora generale – per porre fine a queste ostilità. Aderiamo convintamente alla Giornata di preghiera e digiuno di oggi e ricordiamo le parole del Pontefice “chi fa la guerra dimentica l’umanità”. Succede in Ucraina come in tantissime altre parti del mondo. È ora di pregare, essere uniti, offrirci gesti di solidarietà, educarci a gesti di pace nelle nostre realtà, aiutare la pace a risplendere nel pianeta».
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