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"Chi appoggia la guerra profana Dio!": durissimo papa Francesco con il patriarca di Mosca Kirill

Non ne ha fatto il nome, papa Francesco, ma oggi dopo l’Angelus ha duramente censurato il patriarca ortodosso di Mosca, Kirill, per la posizione assunta da questi di affiancamento al presidente russo Putin nell’invasione dell’Ucraina (v. Adista Notizie n. 10/22). Severissime le sue parole: «Dio è solo Dio della pace, non è Dio della guerra, e chi appoggia la violenza ne profana il nome».

I «destinatari dell’appello papale», scrive, a indiretta conferma, Andrea Tornielli sul Bollettino della Sala stampa vaticana, «non sono i fondamentalismi jihadisti, bensì chiunque pensa che possa esserci una “copertura” religiosa – una spiegazione religiosa da offrire ai credenti – per la guerra in Ucraina che vede cadere sotto le bombe cristiani che condividono lo stesso battesimo».

È evidente la grave ferita portata al dialogo ecumenico da Kirill e che vanifica l’ipotesi di un incontro fra il patriarca e il papa: "Stiamo preparando il secondo incontro tra Papa Francesco e il Patriarca della Chiesa ortodossa russa a giugno o luglio», aveva detto l'ambasciatore russo presso la Santa Sede Aleksandr Avdeev a Genova il 18 febbraio scorso, al quinto seminario italo-russo. «Penso che l'incontro sarà molto importante e interessante, non solo per le relazioni internazionali, ma anche per lo sviluppo delle relazioni tra le due chiese», aveva aggiunto, concludendo: «Siamo i figli di una civiltà cristiana, abbiamo dei valori morali ed etici comuni».

Ricordiamo che Kirill e Francesco si sono incontrati il 12 febbraio del 2016 all’aeroporto internazionale “Jose Marti” a L’Avana e hanno firmato dichiarazione comune  in cui sottolineavano la necessità di «superare le divergenze storiche», unire gli «sforzi per testimoniare il Vangelo di Cristo e il patrimonio comune della Chiesa del primo millennio».

Di seguito le parole del papa dopo l’Angelus di oggi, al termine del quale ha espressamente salutato la delegazione del Movimento Nonviolento.

«Fratelli e sorelle, abbiamo appena pregato la Vergine Maria. Questa settimana la città che ne porta il nome, Mariupol, è diventata una città martire della guerra straziante che sta devastando l’Ucraina. Davanti alla barbarie dell’uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano: c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata, prima che riduca le città a cimiteri. Col dolore nel cuore unisco la mia voce a quella della gente comune, che implora la fine della guerra. In nome di Dio, si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi! Si punti veramente e decisamente sul negoziato, e i corridoi umanitari siano effettivi e sicuri. In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro!

Vorrei ancora una volta esortare all’accoglienza dei tanti rifugiati, nei quali è presente Cristo, e ringraziare per la grande rete di solidarietà che si è formata. Chiedo a tutte le comunità diocesane e religiose di aumentare i momenti di preghiera per la pace. Dio è solo Dio della pace, non è Dio della guerra, e chi appoggia la violenza ne profana il nome. Ora preghiamo in silenzio per chi soffre e perché Dio converta i cuori a una ferma volontà di pace.

Saluto tutti voi, romani e pellegrini venuti dall’Italia e da diversi Paesi. In particolare, saluto i fedeli della diocesi di Napoli, Fuorigrotta, Pianura, Firenze e Carmignano; come pure la delegazione del Movimento Nonviolento».

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