
Tavolo Asilo: protezione e accoglienza per tutte le persone in fuga dall’Ucraina
La crisi in Ucraina – e in particolare il grande esodo che l'accompagna – preoccupa le organizzazioni afferenti al "Tavolo Asilo e Immigrazione", 32 organizzazioni sociali tra le quali Acli, Action Aid, Amnesty International Italia, Arci, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca, Emergency, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes della Cei, Legambiente, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Medici per i Diritti Umani (Medu), Medici Senza Frontiere Italia, Oxfam Italia e Save The Children Italia.
Preoccupa il «ritardo sull’implementazione della Direttiva 55 del 2001» – attivata il 3 marzo scorso dal Consiglio d’Europa per rispondere tempestivamente al grande afflusso di sfollati ucraini con un meccanismo di protezione temporanea che possa garantire agli sfollati ucraini uno status simile a quello di rifugiato (v. Adista Notizie) – «attraverso un DPCM che non è stato ancora pubblicato, produce incertezza e confusione. Vogliamo ancora una volta sottolineare l’importanza di consentire a tutte le persone che chiederanno la Protezione Temporanea di accedere ai servizi (scolastico, sanitario, formativo, lavorativo, ecc.) alle stesse condizioni degli italiani e di non dover aspettare per questo il titolo di soggiorno, ma di poterlo fare già con il cedolino della richiesta, come peraltro previsto dal TU sull’immigrazione».
In particolare, le organizzazioni del Tavolo Asilo ribadiscono la necessità di garantire la protezione temporanea «anche a tutti gli ucraini già presenti in Italia e senza titolo di soggiorno, per i quali è evidente l'impossibilità di tornare in Ucraina». E anche ai cittadini che non sono ucraini, ma che prima del 24 febbraio si trovavano a soggiornare in territorio ucraino per motivi di studio o di lavoro. Tra questi, sottolinea il Tavolo ad esempio, «decine di migliaia di studenti universitari rischierebbero altrimenti di dover abbandonare percorsi avviati con grande difficoltà e perdere la possibilità di finire un percorso di studi».
Ancora una volta il Tavolo Asilo accende i riflettori sul sistema d’accoglienza italiano, «già in difficoltà prima della crisi ucraina». L’esodo legato alla guerra attuale è una «situazione che per le dimensioni il nostro Paese non ha mai affrontato», e per questo occorre coordinare gli sforzi, investendo per esempio un unico regista della responsabilità dell’accoglienza, un soggetto come la Protezione Civile, che possa relazionarsi con le realtà che hanno maturato «esperienze territoriali» nel corso degli anni, come per esempio il Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) affidato agli enti locali in collaborazione con il Terzo settore.
Il Tavolo Asilo torna sulla possibilità di ospitare i profughi della guerra anche in famiglia, ma chiede che siano valorizzate le esperienze già consolidate, con una centralità delle associazioni e degli enti locali, con l’obiettivo di non lasciare sole le famiglie che in queste settimane si sono fatte carico dell’accoglienza in misura consistente».
Infine, data la dimensione dell’emergenza in corso, il Tavolo Asilo chiede al governo di nominare «una commissione indipendente per monitorare la dinamica del sistema d’accoglienza, le procedure, comprese quelle relative al rilascio dei documenti, e la gestione concreta dell’accoglienza».
*Foto di Jasmine Yu presa da Unsplash, immagine originale e licenza
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