Il nostro ministro della Difesa, una "macchina da guerra". Un articolo di "Nigrizia"
“Guerini, una macchina da guerra”: è il titolo che il mensile Nigrizia dà a un suo articolo, a firma di Gianni Ballarini, del 17 marzo (sia chiaro, Putin non aveva ancora accusato di ingratitudine il nostro ministro della Difesa).
«In Parlamento possono azzuffarsi su tutto. Ma ora, coi venti di guerra che spirano da est, sono diventati tutti appassionatamente bellicisti», constata Ballarini in apertura. Infatti «è bastato un semplice ordine del giorno collegato al decreto Ucraina, lo strumento meno incisivo a disposizione dei parlamentari, per far indossare la divisa grigioverde a 391 deputati. Tutti signorsì che invitano il governo a impegnarsi ad “avviare l’incremento delle spese per la difesa verso il traguardo del 2% del Pil”, dall’1,5% attuale». Che fa 104 milioni al giorno. E che, in realtà, «l’avrebbero fatto anche a prescindere», osserva la rivista, «perché il presidente del Consiglio Mario Draghi già nel settembre scorso (quando il conflitto in Ucraina era solo nella mente, forse, del più sinistro menagramo) era intervenuto in aula affermando che “è chiarissimo che bisognerà spendere molto di più in difesa di quanto fatto finora”. Concetto ribadito in una informativa indirizzata al Senato il 1° marzo scorso». «E il suo fido scudiero ministro della Difesa, il piddino Lorenzo Guerini – affonda Ballarini – è da anni che annuncia la necessità di incrementare quelle spese e soprattutto di finanziare il complesso militare-industriale italiano». «La guerra ha fatto il miracolo (si fa per dire) di accelerare i tempi e di mettere tutti (o quasi) d’accordo».
L’analisi, ricca di dati e di circostanze, merita una lettura integrale (vedi qui).
* Calibre man - Robot di artiglieria pesante. Foto tratta da newgrounds.com/ immagine originale e licenza
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