
Senegal: migliaia di giovani musulmani e cristiani insieme per fermare intolleranza ed estremismo religioso
Si chiama "Le Sénégal comme on l'aime" (il Senegal che amiamo) ed è un gruppo Facebook fondato da10mila giovani musulmani e cristiani che si sono associati per contrastare il discorso di odio, intolleranza ed estremismo religioso che si sta sviluppando nel Paese. Malgrado il Senegal sia riconosciuto come modello di pacifica convivenza tra seguaci di diverse religioni, si sta sviluppando una minaccioso radicalismo islamico portato avanti da predicatori salafiti che si rivolgono soprattutto ai giovani che soffrono per disoccupazione, povertà, mancanza di prospettive.
L’associazione, afferma Seydina Ngom, vicepresidente del gruppo "Le Sénégal comme on l'aime" , vuole porsi «come sentinella» contro coloro che attaccano e denigrano le religioni, così come contro tutto ciò che rischia di mettere in pericolo le relazioni interreligiose. Che in Senegal sono ottime. In tutti i settori, sia pubblici che privati, della vita nazionale musulmani e cristiani lavorano insieme senza alcun problema.
Il 96% dei 17 milioni di abitanti del Senegal – che per 20 anni, dal 1960 al 1980, è stato governato da un cristiano cattolico, Léopold Sédar Senghor – è di religione islamica seguace del sufismo, una corrente musulmana spiritualista che ha contribuito molto alla stabilità politica e religiosa del Paese.
Su questo tracciato storico, informa l’agenzia CathNews (24/4), nel gennaio 2022 un giovane cristiano cattolico di 47 anni, Barthélémy Dias, è stato eletto sindaco della capitale Dakar vincendo sull’uscente Abdoulaye Diouf Sarr, ministro della Salute, candidato musulmano. La città di Dakar è il polmone economico, sociale e culturale del Senegal. Ospita la Presidenza della Repubblica, istituzioni nazionali e internazionali, nonché missioni diplomatiche accreditate presso lo Stato. Ha una popolazione di oltre un milione di abitanti e 19 comuni. Il suo sindaco è la terza figura politica del Paese, dopo il Presidente della Repubblica, e quella dell'Assemblea nazionale.
Ora questa coesione nazionale è minacciata dall'estremismo religioso salafita che sta avanzando nel Paese, attraverso le associazioni caritative che si stanno moltiplicando in nome della «solidarietà islamica». Le correnti salafite offrono ai giovani, soprattutto nei quartieri popolari più poveri e nelle baraccopoli un Islam più impegnato e politico.
In questa situazione, «la nostra ambizione – afferma Ephrem Manga, membro del consiglio dell'associazione – è riunire i leader religiosi musulmani e cristiani attorno a un tavolo per parlare ai giovani del benessere della nazione».
*Moschea del pescatore, Dakar. Foto tratta da pixabay.com, immagine originale e licenza
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