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Il cambiamento climatico in tempo di guerra: obiettivi da rivedere. Un appello al governo

Il cambiamento climatico in tempo di guerra: obiettivi da rivedere. Un appello al governo

Da quando è iniziata la guerra russa all’Ucraina, la grande mobilitazione internazionale contro il riscaldamento globale, rilanciata nell’autunno scorso con il G20 di Roma e con la Cop26 di Glasgow, ha subito una battuta d’arresto. Lancia ancora una volta l’allarme l’Osservatorio sulla Transizione Ecologica (composto da Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Laudato Sì’ e Nostra), in una nota odierna: «La guerra domina la scena» e ha sottratto interesse mediatico e politico alla lotta ai cambiamento climatico e «ha cambiato radicalmente in pochi mesi l’impegno sul clima».

Secondo l’Osservatorio, «i fondi del PNRR sono pesantemente erosi dall’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Aumenti che stanno mettendo sotto stress le condizioni economiche e sociali, in particolare delle fasce più deboli della società. È indispensabile un aggiornamento delle scelte del PNRR, che vanno concentrate sugli obiettivi più urgenti, incentivando l’uso delle risorse private interne e degli investimenti internazionali nei settori più avanzati». In particolare, le realtà aderenti all’Osservatorio suggeriscono al governo di accelerare sulla transizione energetica, presentando un «progetto quadro energia/clima» che punti rapidamente all’autonomia energetica e alle fonti rinnovabili. La nota propone al governo di «convocare una conferenza nazionale sull’energia e sullo sviluppo dei settori collegati» entro il mese di giugno, anche per rivedere, a causa della guerra, gli impegni della transizione non più entro il 2050 ma entro il 2025, «con l’indicazione che almeno il 40% degli obiettivi energia/clima sia realizzato entro quella data».

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