
Col Vangelo, la politica, il diritto, per rovesciare il corso degli eventi
Newsletter n.269 del 13 luglio 2022
Cari amici,
di fronte all’inaudito dolore di un affrontamento in Europa che avevamo scongiurato, di un ritorno alla guerra che avevamo ripudiato, di una alleanza militare nata come “difensiva e geograficamente limitata” che ora dichiara guerra al mondo; di fronte a un ripristino della cortina di ferro che era stata rimossa, di fronte a una cacciata tra i paria della Terra di una civiltà russa che avevamo amato e al preannuncio di uno scontro finale con la Cina incurante di una possibile fine della storia, dobbiamo più che mai abbracciarci al Vangelo che proclama e rende possibile l’amore dei Nemici, e fa dello straniero il nostro prossimo; dobbiamo realizzare la profezia dello scioglimento delle alleanze armate di parte e della loro conversione in una nuova alleanza umana universale di pace, dobbiamo innalzare la politica come strumento non violento, alternativo alla guerra, (e non certo "fondamento" del politico) messo nelle mani dell’uomo per governare la Terra e garantire beni e diritti ai popoli.
Dopo il vertice della NATO a Madrid, tappa ulteriore della insensata corsa verso il nulla, mentre il telescopio spaziale quasi ci mostra il creato al suo sorgere miliardi di anni fa ad opera dell’Amore e della Sapienza divina, vogliamo annotare due cose.
La prima riguarda la Cina, nelle meravigliose parole con cui è stata evocata da papa Giovanni XXIII nella cerimonia dell’invio dei ceri il 2 febbraio 1963: «I grandi popoli dell’Asia Centrale e dell’Estremo Oriente, le cui luci di civiltà conservano indubbie tracce della primitiva divina rivelazione, saranno chiamati un giorno dalla Provvidenza — Noi lo avvertiamo come voce arcana dello spirito — a lasciarsi penetrare dalla luce del Vangelo, che fiammeggiò dai lidi di Galilea, aprendo il libro della nuova storia non di un popolo, o di un gruppo di nazioni, ma di tutto il mondo».
La seconda riguarda la irrinunciabile opzione della politica per la liberazione dell’uomo, quale è stata espressa da Claudio Napoleoni, che ricordiamo in questi giorni nel 34° anniversario della sua morte (31 luglio 1988). Per lui la politica non aveva nulla a che fare con le competizioni di potere, ma era intesa in modo alto, come sforzo di interpretazione della realtà nella sua interezza e come realizzazione di un obiettivo generale, comprensivo, avente a che fare con la condizione e il destino dell’uomo sulla terra. Nel 1986, in un convegno a Cortona sul tema dell’uscita dal sistema di dominio e di guerra, a Giulio Girardi che gli domandava dove si collocava quando parlava del riscatto dei Paesi del Terzo Mondo, egli rispondeva che il luogo da cui tentava di parlare non era il luogo accademico che gli derivava dalla sua professione, e nemmeno il luogo geopolitico del privilegio, ma era il luogo della politica qui in Occidente, sapendo che se non si vince il dominio, l’alienazione, la guerra che sono annidati al centro del sistema, la liberazione dei popoli (tutti) è destinata a fallire. E aggiungeva: «Io non avrei mai in vita mia affrontato una questione teoretica se non fossi stato spinto a farlo da un interesse politico. Io ho cominciato a ragionare, e ho affrontato le questioni teoretiche solo perché mi consentivano di capire meglio la politica, e posso dire che questa forza che ha avuto la politica come luogo in cui stare e da cui parlare, è naturalmente derivata dal fatto che essa era concepita come lo strumento di una liberazione».
Che cosa deriva per un soggetto come “Chiesa di tutti Chiesa dei poveri” da queste due cose? La prima è che dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per impedire la guerra con la Cina. La seconda è che dobbiamo produrre e determinare una politica capace di rovesciare il corso degli eventi. A tal fine dovremmo operare sull’unico soggetto “sovrano” che è alla portata della nostra azione, che è il nostro Paese, l’Italia. Si potrebbe con un’iniziativa popolare forzarlo con vincolo costituzionale a operare perché il ripudio della guerra in tutte le sue forme, comprese le sanzioni e ogni altra modalità di genocidio, sia fatto proprio da tutti gli Stati della Terra a cominciare dalla definitiva abolizione e interdizione delle armi nucleari e delle altre armi di distruzione di massa. Il nostro Paese dovrebbe riproporre altresì il sistema di sicurezza collettivo previsto dalla Carta dell’ONU con il conseguente superamento delle alleanze militari di parte, propugnare una riduzione graduale e concordata delle spese militari nonché della fabbricazione e del commercio di tutti gli armamenti. L'Italia dovrebbe considerare sua patria la Terra, suo sacro dovere difenderla, suo compito arginare un uso delle risorse lesivo dell’ambiente naturale, suo obiettivo ripristinare l’equilibrio ecologico e salvaguardare le specie viventi. Questa spinta politica si potrebbe esercitare tramutandosi in dovere costituzionale, mediante la promozione dal basso di uno o più emendamenti aggiuntivi, simili a quelli aggiunti alla Costituzione americana, alla XVIII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana, che resterebbe pertanto immutata nella sua lodata bellezza.
Tutto ciò si potrebbe discutere in una nuova assemblea di Chiesa di tutti Chiesa dei poveri, in unione fraterna con altri soggetti a ciò disponibili.
Nel sito pubblichiamo un articolo di Stephen Bryen sul fabbisogno di armi per tutte le guerre che si vogliono fare e un articolo di Domenico Gallo sullo snaturamento della NATO che ha adottato a Madrid un nuovo «concetto strategico» aggressivo.
Con i più cordiali saluti
www.chiesadituttichiesadeipoveri.it
*Foto di Gerd Altmann da Pixabay. Immagine origina e licenza
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!