
“Iriad Review”: un anno dopo, il conflitto è in stallo. Trattativa subito, o esito nefasto
A un anno di distanza dall’avvio dell’aggressione russa all’Ucraina la situazione sembra tutt'altro che a una svolta, afferma con grande preoccupazione l’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (Iriad), in una nota che accompagna la pubblicazione del numero di febbraio di Iriad Review, dedicato a “Russia-Ucraina, un anno dopo” (consulta il pdf online).
In effetti, si legge ancora nella nota, «la decisa risposta ucraina ha sventato l'attacco – che i russi credevano rapido e dall’esito certo – e le forniture militari di Usa e Paesi Nato hanno implementato la resistenza ucraina portando il conflitto ad una sorta di stallo, «una guerra di posizione di cui non si vede la fine». Insomma, analizza la situazione Archivio Disarmo, «difficilmente la Russia potrà avere ragione della resistenza degli ucraini, equipaggiati dall'Occidente e motivati a difendersi, ma anche per l'Ucraina sarà difficile sconfiggere sul campo un esercito come quello russo», il quale dispone di «un retroterra sterminato sul piano dei numeri, che il Military Balance pubblicato a Londra quantifica in circa 800.000 militari alle armi e 2 milioni di riservisti».
A preoccupare è in particolare la piega disastrosa che può assumere il conflitto a questo punto, con la disponibilità russa di «1.900 testate nucleari tattiche e di teatro schierate da Mosca, 3/4 delle quali puntate sulle basi militari e sulle città europee». Secondo Fabrizio Battistelli (presidente Iriad): «Ai tempi della guerra fredda era considerato inaccettabile minacciare di usare l'arma nucleare per coprire le falle del proprio sistema convenzionale. Purtroppo nei rapporti di forza non è detto che l'inaccettabile non possa accadere».
In ogni caso, dopo un anno senza risultati, la guerra sembra comunque destinata a cambiare drammaticamente volto, si legge ancora nella nota Iriad, con «il potenziamento degli armamenti convenzionali. Il salto di qualità nei mezzi corazzati (i Leopard promessi da Germania e altri Paesi) e l'eventuale ingresso in grande stile dell'arma aerea (i cacciabombardieri richiesti da Kiev) non potranno che innalzare ulteriormente i gradini dell'escalation. Proprio mentre diventa sempre più urgente aprire un'effettiva trattativa che porti prima a una tregua e poi a una pace che, presto o tardi, non potrà che consistere in una mediazione tra opposti».
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