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Armi italiane e violazioni in Egitto: un Rapporto di EgyptWide

Armi italiane e violazioni in Egitto: un Rapporto di EgyptWide

Made in Italy per Reprimere in Egitto è il titolo del Rapporto pubblicato dall’associazione EgyptWide for Human Rights, che sarà presentato in Italia domani alle ore 10, presso la Sala stampa della Camera dei Deputati, insieme alle organizzazioni pacifiste della società civile italiana Archivio Disarmo, Rete italiana Pace e Disarmo, e Amnesty International. Il Rapporto, spiega l’associazione nell’invito stampa alla presentazione, intende accendere i riflettori sul «commercio di armi piccole e leggere tra Italia ed Egitto e il loro uso nelle violazioni dei diritti umani commesse da attori statali». Il periodo storico di riferimento è compreso tra il 2013 – quando un colpo di Stato ha consegnato la presidenza del Paese a Abdel Fattah al-Sisi – e il 2021. Anni in cui è transitato dall’Italia all’Egitto un valore in armi stimato in oltre 62 milioni di euro (comprende pistole, fucili, mitragliatrici, munizioni, ricambi, ecc.). «Nonostante il moltiplicarsi delle denunce del deterioramento dei diritti umani nel Paese da parte dei competenti organismi istituiti presso le Nazioni Unite, il Consiglio d’Europa, e le organizzazioni per i diritti umani, dal 2013 a oggi l’Italia non ha mai smesso di esportare materiali d’armamento all’Egitto», in palese violazione della Legge 185 del 1990, dell’Arms Trade Treaty e della Posizione Comune del Consiglio d’Europa 2008/944/CFSP. L’Italia non ha mai smesso di inviare armi ad al-Sisi nemmeno dopo il brutale omicidio di Giulio Regeni e dopo il «tentativo di insabbiamento orchestrato dagli apparati di sicurezza egiziani». Anzi, afferma l’associazione dati alla mano, «dal 2016 il volume dei materiali d’armamento venduti all’Egitto è cresciuto, fino a fare del Paese il primo acquirente di armi italiane nel mondo, nel 2019».

Nel Rapporto si parla di armi leggere, invisibili, difficili da tracciare e identificare, ma estremamente letali, che dal 2013 a oggi hanno ucciso migliaia di «dissidenti e manifestanti». EgyptWide fornisce anche le prove fotografiche di armi italiane utilizzate per commettere «abusi dei diritti umani compiuti in Egitto da attori statali» (polizia, esercito, ecc.) e gravi violenze, «quali aggressioni a manifestanti pacifici ed esecuzioni extragiudiziali contro civili e manifestanti disarmati». Grazie alle prove e ai dati forniti, il Rapporto intende dunque dimostrare «il nesso indissolubile tra la proliferazione di armamenti, e il deterioramento della sicurezza umana e dei diritti fondamentali». Per questo nell’invito alla presentazione del Rapporto si richiede vasta partecipazione da parte della società civile, dei media e dei parlamentari.

Info: info@egyptwide.org

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