Nature Restoration Law: un passo avanti, con alcuni compromessi. Italia (ancora) bocciata
La Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha votato ieri a favore dell’accordo raggiunto nel Trilogo (Commissione Europea, Parlamento Europeo e Consiglio Europeo) sulla Nature Restoration Law, la legge europea che impone il ripristino del 20% degli ecosistemi marini e terresti entro il 2030. In Commissione Ambiente il testo di norma uscito dal Trilogo ha raccolto 53 voti favorevoli, 28 contrari e 4 sono state le astensioni. La proposta – dice il WWF in un comunicato di commento al voto – «è ora ad un passo dall’approvazione». Mancano infatti ancora due passaggi cruciali: il voto nella Plenaria del Parlamento a fine febbraio e un passaggio formale al Consiglio.
L’iter legislativo che ha portato a questo risultato, commenta il WWF, è stato quantomeno «travagliato» e irto d’ostacoli. Un percorso «che ha visto indeboliti molti obiettivi della proposta originaria della Commissione» a causa del freno a mano tirato dal partito popolare e dalla posizione contraria del leader Manfred Weber. La buona notizia è che negli ultimi passaggi tra i vari organi di governo europei, diversi popolari hanno “disobbedito” al loro gruppo, consentendo che la legge andasse avanti, e anche nella votazione di oggi in Commissione Ambiente, per fortuna, il Ppe «si è spaccato».
Racconta il WWF che «nella plenaria di luglio, il Parlamento europeo aveva notevolmente indebolito il progetto di legge, adottando una posizione meno incisiva rispetto alla proposta della Commissione e all'approccio generale del Consiglio. Nei successivi negoziati, è stato raggiunto un compromesso che riflette le concessioni fatte al PPE e al comparto agro-industriale».
In sede europea, anche il governo italiano si è distinto in senso negativo, con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin «che per due volte ha votato contro l’approvazione della legge. Opposizione confermata anche oggi dai partiti di maggioranza i cui deputati in Commissione hanno votato contro. Scelta incomprensibile per un Paese come l’Italia che da questo Regolamento ha solo da guadagnare anche in termini di risorse e che isola sempre più il nostro Paese sullo scenario europeo».
Il WWF elogia il lavoro di quanti nella società civile, nel mondo politico e accademico, si sono spesi in una massiccia mobilitazione per raggiungere questo risultato: «Più di 6.000 scienziati, oltre 100 imprese, 200 ONG, numerosi attivisti per il clima e più di un milione di cittadini hanno sollecitato e continuano a sollecitare le istituzioni a rendere questa legge una realtà».
A commento del voto, la Coalizione #RestoreNature – composta da BirdLife Europe, ClientEarth, EEB e WWF – ha detto che «è incoraggiante vedere come il sostegno alla legge sia cresciuto con l’adozione dell’accordo tra le istituzioni UE. La Commissione Ambiente si è impegnata ad approvare la legge prima delle prossime elezioni europee. È però deludente vedere alcuni eurodeputati non disposti a proteggere l'Europa e i suoi cittadini dagli impatti devastanti del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità. Spetta ora all'intero Parlamento dare l’esempio e votare 'sì' alla legge sul ripristino della natura».
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