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Ritardi sulla transizione, autonomia e grandi opere: anche il WWF a Napoli con

Ritardi sulla transizione, autonomia e grandi opere: anche il WWF a Napoli con "La Via Maestra"

Le circa 160 associazioni e organizzazioni de “La via Maestra”, che si sono riunite il 7 ottobre scorso per la manifestazione nazionale di Roma “Insieme per la Costituzione, tornano in piazza a Napoli, sabato 25 maggio, «per la tutela della Costituzione, dell’ambiente e dei diritti». Anche il WWF aderisce anche a questa nuova iniziativa, per diverse ragioni che spiega in una nota odierna.

Transizione giusta. E rapida!

Sulla transizione ecologica ed energetica il governo sta accumulando pericolosi ritardi, rinviando l’abbandono delle fonti fossili o il superamento dell’agricoltura industriale in un contesto climatico che si aggrava sempre più e che rischia di colpire il nostro Paese più di altri con effetti devastanti. «I ritardi accumulati – sottolinea il WWF – espongono tutti, a partire dalle fasce più deboli della popolazione, non solo agli effetti dannosi del cambiamento climatico, ma anche all’irrilevanza economica e al disastro sociale». La transizione è un fatto storico necessario, che deve essere affrontato per far fronte alla crisi e cavalcato per non rischiare l’irrilevanza, non allontanato e ritardato per paura del cambiamento.

Autonomia: frammentazione e implosione

Il contrasto all’Autonomia differenziata, caro alle organizzazioni de “La Via Maestra”, ha importanti ripercussioni anche a livello ambientale: L’Autonomia pensata dal governo, passata al Senato e in discussione alla Camera, «rischia di far implodere l’ambiente, prima ancora che il Paese», spiega il WWF. Un disegno di legge che «rischia di minare l’unità dell’Italia e la coesione sociale, ignorando peraltro la modifica, voluta a larghissima maggioranza dal Parlamento nel febbraio 2022, degli articoli 9 e 41 della nostra Carta costituzionale», che ha introdotto l’ambiente in Costituzione. «Il pericolo non è solo la frammentazione del sistema di tutela ambientale dell’Italia, ma la sua stessa implosione». La tutela ambientale e della biodiversità per le future generazioni, oggi principio fondamentale della Carta, non può che essere «garantita dalla Repubblica nel suo insieme, al di là degli enti territoriali da cui è costituita».

Grandi opere o opere inutili?

Infine, il WWF punta il dito sulle opere, grandi e inutili, che caratterizzano una certa programmazione economica italiana. «Per il WWF non ci devono essere opere pubbliche di cui non sia stata mai dimostrata l’utilità economica, sociale e ambientale e che non siano sostenute da un piano economico-finanziario che ne dimostri la redditività. Non è possibile continuare a saccheggiare le casse dello Stato, sottraendo risorse ad opere necessarie per pagare studi e progetti per opere irrealizzabili ad iniziare dal Ponte sullo Stretto di Messina».

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