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Le apparizioni di Amsterdam nel documento del DDF: questioni di politica ecclesiastica

Le apparizioni di Amsterdam nel documento del DDF: questioni di politica ecclesiastica

Tratto da: Adista Notizie n° 20 del 01/06/2024

41869 CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Cosa c'entra il recente documento del Dicastero per la Dottrina della Fede che articola le “Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali” (v. notizia precedente) con la comunità Famiglia di Maria, sulla quale Adista da un anno e mezzo sta conducendo una inchiesta? C'entra molto. Perché il prefetto del DDF card. Victor Manuel Fernández, nel testo che accompagna le nuove norme, per spiegare perché sia necessario un cambiamento netto nell'iter di approvazione ecclesiale di apparizioni e visioni, porta a esempio proprio il caso, lunghissimo e pieno di contraddizioni, delle cosiddette “apparizioni di Amsterdam”: le rivelazioni private riguardanti “Nostra Signora di tutti i popoli” delle quali si pretendeva depositaria l'olandese Ida Peerdeman, intima amica del co-fondatore della Famiglia di Maria p. Gebhard Sigl (il quale è attualmente sotto inchiesta vaticana) e che tradizionalmente ha costituito il fulcro della devozione e della spiritualità della stessa comunità. A tal punto che la Famiglia di Maria gestisce la pastorale nella cappella della Signora di Tutti i Popoli in Diepenbrockstraat (Amsterdam), divenuta luogo di pellegrinaggio per i devoti delle presunte apparizioni mariane. Inoltre, Sigl ha sempre coltivato in generale una predilezione per le rivelazioni private e il sogno di poter annoverare all’interno della comunità la presenza di una veggente, come dimostrano la storia di Iveta Korcakova (v. Adista online, 17/4), ex membro della Famiglia di Maria, e la presenza della pseudo-veggente USA Theresa Lopez, negli anni ‘90. Nel ripercorrere l'iter di questo fenomeno, è imprescindibile il contributo del giornalista e mariologo olandese Hendro Munsterman, corrispondente a Roma del quotidiano Nederlands Dagblad e autore di numerosi articoli sul tema, che abbiamo incontrato.

Le “apparizioni di Amsterdam”

Ida Peerdeman avrebbe ricevuto 56 apparizioni, tra il 1945 e il 1959, di “Nostra Signora di tutti i popoli”, ruotanti intorno alla rivendicazione, per Maria stessa, del titolo di “corredentrice” (che metterebbe la sua azione mediatrice di salvezza sullo stesso piano di quella di Gesù) e alla richiesta del relativo dogma (il quinto, per Maria). Un dogma che, per l’ambiguità insita nel valore del titolo stesso, usato con disagio nel magistero del XX secolo, è stato sempre rifiutato dal Vaticano. Nel 1992, ad esempio, la Pontificia Accademia Mariana Internazionale emise un giudizio negativo sulla proposta di questo "quinto dogma mariano" e nel 2000 l'allora card. Joseph Ratzinger si dichiarò contrario all'utilizzo del titolo di “corredentrice”, ormai quasi scomparso dal linguaggio teologico cattolico, in quanto lontano dal linguaggio della Bibbia e dei Padri della Chiesa.

Quanto alle apparizioni in sé di Ida Peerdeman, esse sono state oggetto di un lungo contenzioso tra i vescovi locali e il Vaticano già nell'immediatezza degli eventi. Finché il 25 marzo 1974, la Congregazione per la Dottrina della Fede ratifica, in una lettera all'allora vescovo di Haarlem (oggi Haarlem-Amsterdam) Theodorus Zwartkruis, il giudizio negativo (le visioni erano “non soprannaturali”) della Commissione d'inchiesta olandese incaricata.

Questo giudizio negativo del 1974, tuttavia, è stato ribaltato più volte. Un percorso quanto mai accidentato che risponde a questioni di politica ecclesiale più spesso che a questioni strettamente mariologiche, come illustra bene Munsterman, perché in realtà, «in Olanda le "apparizioni" di Amsterdam non hanno mai avuto grande seguito. Ogni anno si tiene una giornata di preghiera a cui partecipano alcune centinaia di persone. A livello internazionale, la venerazione della "Signora di Tutti i Popoli" ha avuto un certo seguito, ma è rimasta molto limitata». Ciononostante, il fenomeno aveva alimentato nella gerarchia di Amsterdam, di stampo conservatore – scelta appositamente dal Vaticano per fare da argine alle istanze progressiste della Chiesa olandese postconciliare – il sogno di una sorta di “Lourdes sull'Amstel”. Nel 1996, il vescovo Henny Bomers di Haarlem, dopo consultazioni con il Vaticano, acconsente alla venerazione della Signora di Tutti i Popoli, ma senza un riconoscimento delle apparizioni. Il suo successore, mons. Jos Punt – che da bambino era stato consacrato dalla madre alla Signora di Tutti i Popoli – nel 2002 arbitrariamente e senza consultare il Vaticano o i suoi colleghi vescovi olandesi approva il culto, ignorando la condanna del 1974.

Nel 2005 però la Congregazione per la Dottrina della Fede rimuove alcune parole dalla preghiera che Maria avrebbe dato a Ida Peerdeman, poiché non conformi alla dottrina cattolica: «Un segnale forte del fatto che il Vaticano non riconosceva come autentiche queste apparizioni», afferma Munsterman, «È difficile immaginare Roma correggere la Vergine Maria»... Nel 2008, mons. Charles Scicluna, allora collaboratore della Congregazione per la Dottrina della Fede, e oggi arcivescovo a Malta, dichiara, in una lezione, che il caso di Amsterdam era «problematico» e che le apparizioni erano «false»: ma non trattandosi di una dichiarazione ufficiale, il culto approvato da mons. Punt prosegue indisturbato.

E si arriva al 2020. Tre settimane dopo il pensionamento del vescovo Jos Punt, il nunzio apostolico in Libano, in una lettera del 20 luglio al cardinale e patriarca Béchara Boutros Raï, capo della Chiesa maronita, che aveva chiesto chiarimenti sulle controverse apparizioni il cui culto si era diffuso nel suo Paese, risponde, citando la disposizione del 1974 della CDF, che per il Vaticano le apparizioni di Ida Peerdeman sono false e che i fedeli devono «smettere ogni forma di propaganda delle presunte apparizioni e dei messaggi della Signora di Tutti i Popoli». Piccata la reazione del vescovo di Haarlem-Amsterdam Johannes W. M. Hendriks, il quale, in assenza di una comunicazione ufficiale vaticana, non si sente obbligato a interrompere la devozione approvata da Punt nel 2002. La comunicazione della Congregazione per la Dottrina della Fede, datata 6 novembre 2020, arriva al superiore della Famiglia di Maria a Roma, ma Henriks fa ancora finta di niente. Fino al 30 dicembre, giorno in cui, a seguito di consultazioni con il DDF, pubblica tre documenti: una "Chiarificazione" ufficiale, una "Spiegazione e Parola Pastorale" e un commento sul suo blog. Henriks diluisce la sua accettazione del giudizio negativo di Roma tra varie altre considerazioni: Roma permette di continuare a chiamare Maria "Signora di Tutti i Popoli" e di utilizzarne l'immagine e la preghiera (legate comunque alle apparizioni: sarebbe stata la Madonna apparsa a dettarne le caratteristiche). Ma deve anche dire che «L'uso delle immagini e della preghiera non può in alcun modo essere considerato come un riconoscimento – neanche implicito – del carattere soprannaturale degli eventi in questione», scrive il vescovo. «Questo è il giudizio della Chiesa – si rassegna Hendriks – e dobbiamo obbedirvi con la fiducia che il Signore guida e non abbandona la Sua Chiesa».

Nel giugno 2022, lo ricordiamo, dopo una visita apostolica l'anno precedente, la Famiglia di Maria – che originariamente aveva anche il titolo di “corredentrice” nel nome – viene posta sotto tutela dal Vaticano, e il superiore e co-fondatore p. Gebhard Paul Maria Sigl destituito dalle sue funzioni.

Il documento del DDF sul discernimento

È evidente che il Vaticano intenda prevenire situazioni come quelle delle apparizioni mariane di Amsterdam con nuove regole: anche se non lo cita esplicitamente, che parli di questo caso è chiarissimo: «Arrivare ad una dichiarazione di “soprannaturalità”, per sua natura, non solo richiede un tempo adeguato di analisi, ma può dare adito alla possibilità di emettere oggi un giudizio di “soprannaturalità” e anni dopo un giudizio di “non soprannaturalità”», afferma nel testo di presentazione del documento. «Così come, di fatto, è accaduto. Vale la pena ricordare un caso di presunte apparizioni degli anni ’50, dove il Vescovo ha dato, nell’anno 1956, una sentenza definitiva di “non soprannaturalità”», scrive Feranández. «L’anno seguente l’allora Sant’Uffizio ha approvato i provvedimenti di quel Vescovo. Di seguito si chiese di nuovo l’approvazione di quella venerazione. Ma nel 1974 la stessa Congregazione per la Dottrina della Fede ha dichiarato, a riguardo delle medesime presunte apparizioni, un non constat de supernaturalitate (elemento poi impugnato dai fautori del culto per affermare che non è la stessa cosa che dire constat de non supernaturalitate). Successivamente, nel 1996, il Vescovo del luogo ha riconosciuto quella devozione, e un altro Vescovo sempre dello stesso luogo, nel 2002, ha riconosciuto “l’origine soprannaturale” delle apparizioni, e la devozione si è diffusa in altri Paesi. Da ultimo, dietro la richiesta dell’allora Congregazione per la Dottrina della Fede, nel 2020, un nuovo Vescovo ha ribadito “il giudizio negativo” dato precedentemente sempre dalla stessa Congregazione, imponendo la cessazione di qualsiasi divulgazione riguardante le pretese apparizioni e rivelazioni. Sono stati così necessari circa settanta tormentosi anni per arrivare alla conclusione dell’intera vicenda». Oggi si è giunti alla convinzione che «queste situazioni complicate, che producono confusione nei fedeli, debbano essere sempre evitate, assumendo un coinvolgimento più veloce ed esplicito di questo Dicastero ed evitando che il discernimento punti verso una dichiarazione di “soprannaturalità”, con forti aspettative, ansie e persino pressioni al riguardo». Non ci sarà più nemmeno dunque un mons. Punt che possa decidere arbitrariamente, ma una collaborazione con la propria Conferenza episcopale e con il Dicastero per la Dottrina della Fede, che ha l'ultima parola, nonché linee guida per l'indagine che il vescovo deve condurre, che dovrà escludere manipolazioni, saggiare la salute mentale dei veggenti e la conformità alla dottrina della Chiesa. 

*Foto presa da Wikipedia, immagine originale e licenza 

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