
10 crisi più dimenticate nel mondo: il rapporto del Norwegian Refugee Council
Ogni anno il Norwegian Refugee Council (NRC) pubblica un rapporto sulle 10 crisi dei rifugiati più trascurate al mondo. Tale sofferenza delle persone costrette alla fuga da guerra e violenze passa in sordina nel momento in cui l’attenzione della comunità internazionale – in termini di diplomazia e politiche estere, finanziamenti e copertura mediatica – tende a concentrarsi su alcuni casi eclatanti, ultimamente Ucraina e Striscia di Gaza. Il disinteresse globale per le crisi raccontate dal NRC non ha solo importanti conseguenze mediatiche, ma si ripercuote drammaticamente sulla vita dei rifugiati in termini di abbandono politico e minor sostegno, con bisogni umanitari che aumentano ma che purtroppo non trovano risposta.
In questo ultimo rapporto, 9 delle 10 crisi di lunga durata attenzionate dal NRC sono africane: per il secondo anno consecutivo, la crisi più trascurata è quella del Burkina Faso, seguito dal Camerun e poi da Repubblica Democratica del Congo, Mali, Niger, Honduras (unico Paese non africano), Sud Sudan, Repubblica Centrafricana, Ciad e Sudan.
A conti fatti, si legge nella presentazione del rapporto sul sito del NRC, «in tutto il mondo si è registrato un deficit record di 32 miliardi di dollari nei budget per gli aiuti, lasciando insoddisfatto il 57% dei bisogni umanitari nel 2023». Il costo umano di questo deficit finanziario è elevatissimo – carenza di cibo, acqua pulita, servizi sanitari e scolastici, disoccupazione cronica – e coinvolge milioni di persone in tutto il mondo.
Il rapporto segnala anche il problema della «stanchezza» diffusa in un’opinione pubblica ormai assuefatta alle tragedie, che scorre su schermi e smartphone immagini e notizie di guerre e sfollamenti che, ormai, non scioccano e non stupiscono più. NRC parla di una «preoccupante desensibilizzazione» delle società benestanti che ormai accettano come “normali” le statistiche record sulle crisi dei rifugiati: «Abbiamo bisogno di un rilancio della compassione globale e di una nuova attenzione ai bisogni più gravi».
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